Il Lazio verso il clamoroso stop alle vaccinazioni: “Ne abbiamo solo per altre 24 ore”

scudo penale

Vaccinazioni nel Lazio a rischio di stop clamoroso. “Se nelle prossime 24 ore non arrivano i 122 mila vaccini di AstraZeneca previsti siamo costretti nostro malgrado a sospendere le vaccinazioni. Mi auguro che tale sospensione venga scongiurata. Abbiamo messo in esercizio una macchina imponente che non deve fermarsi. Da ieri notte abbiamo aperto le prenotazioni anche per l’età 66 e 67 e sono già oltre 36 mila i prenotati. Abbiamo un milione di prenotazioni da qui a maggio. Servono i vaccini!”. Lo afferma in una nota l’Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato.

Zingaretti conferma: “In magazzino non abbiamo dosi per i richiami”

Una situazione drammatica confermata su Sky tg24, dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. “Il problema più grande che dobbiamo affrontare è quello dei richiami. Nel caso del Lazio, noi abbiamo fatto oltre un milione di vaccini, ma bisogna stare molto attenti sul fatto di avere nei magazzini le dosi necessarie per poter fare i richiami. Un margine di rischio esiste, dobbiamo correre ma occorre avere i vaccini. Salire oltre l’85% delle dosi a disposizione o arrivare addirittura al 90% è un elemento di dinamismo che ci espone però al rischio del comportamento delle case farmaceutiche che ci devono assicurare di poter fornire il prodotto necessario”.

In Italia “è ancora indietro la protezione di anziani e fragili: degli over 80 il 28,3% ha completato il ciclo vaccinale e il 27,4% ha ricevuto solo la prima dose. Ancora ai nastri di partenza la fascia 70-79 anni e nessun dato disponibile sui fragili. Eppure solo una rapida e massiccia immunizzazione di anziani e persone vulnerabili permetterà di riaprire in sicurezza il Paese”. A lanciare l’allarme è il report della Fondazione Gimbe sul monitoraggio della settimana 24-30 marzo.

Vaccinazioni a rilento non solo nel Lazio

“Se i vaccini rappresentano la via maestra per uscire gradualmente dalla pandemia – ricorda Nino Cartabellotta, presidente Fondazione Gimbe – è bene ribadire l’inderogabile necessità di proteggere in maniera prioritaria le persone fragili, più a rischio di sviluppare forme severe di Covid-19 che richiedono assistenza ospedaliera. Con l’attuale livello di sovraccarico degli ospedali, che non si ridurrà in tempi brevi, non possiamo più permetterci un nuovo rialzo di ricoveri e terapie intensive una volta avviate le graduali riaperture del Paese. Altrimenti – conclude – continueremo a rimanere ostaggio delle misure restrittive, il cui obiettivo primario è proprio quello di limitare il sovraccarico ospedaliero”.