Il leader dell’Ugl Capone: “Temo la catastrofe occupazionale”

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Il sindacato Ugl (Unione generale del lavoro) Esprime la più grande preoccupazione per i recenti dati dell’Inps sul lavoro in Italia. E lo fa per bocca del suo segretario generale Francesco Paolo Capone. “Il crollo delle assunzioni è un dato allarmante. Secondo le stime riportate dall’Inps, la contrazione delle assunzioni riscontrata ad aprile 2020, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, è pari al – 83%. Una drammatica conseguenza della chiusura di numerose attività produttive e del calo della domanda verificatosi a seguito del lockdown. Secondo l’Osservatorio sul precariato dell’Inps la flessione interessa in particolare i contratti a termine che hanno fatto registrare un saldo negativo pari a -499.000 nel solo mese di aprile”.

Capone (Ugl): dopo l’emergenza sanitaria quella economica

“L’emergenza sanitaria – prosegue il leader dell’Ugl Capone – ha lasciato il posto ad una gravissima crisi economico sociale. Purtroppo i dati dell’Inps rischiano di essere soltanto un’ anticipazione di quello che ci attende a settembre quando cesserà il blocco dei licenziamenti. Si preannuncia una catastrofe occupazionale senza precedenti, con effetti potenzialmente devastanti sul piano della tenuta sociale. Il Governo esca dai palazzi e dalla sua stessa propaganda e prenda contatto con la dura realtà. Non è più pensabile affrontare tale situazione con il mero assistenzialismo o mediante misure tampone. E’ necessario immettere subito liquidità nell’economia reale, attraverso investimenti, taglio delle tasse e derogando alle procedure burocratiche previste dai contratti pubblici, al fine di sbloccare i cantieri e riattivare il mercato del lavoro”.

Italia flop nell’istruzione: così non si accede al lavoro

Più nel dettaglio, si apprende dall’Inps che nei primi quattro mesi dell’anno le cessazioni nel complesso sono state 1.701.000, in diminuzione rispetto allo stesso quadrimestre dell’anno precedente. L’Inps nel suo Osservatorio ricorda come tale diminuzione è stata particolarmente accentuata per i contratti a tempo indeterminato nel bimestre marzo-aprile (-47%) a seguito dell’introduzione, nel decreto ”CuraItalia”, del divieto di licenziamento per ragioni economiche. E ieri lo stesso Capone aveva ricordato un altro grave problema italiano. “Il Report dell’Istat sui livelli di istruzione e ritorni occupazionali in Italia nel 2019, delinea un quadro sconcertante. Gli italiani sono fra gli ultimi in Europa per livello di istruzione. Solo il 19,6% della popolazione ha un titolo di laurea, mentre la media Ue del 33,2%. E solo il 62,2 per cento delle persone fra i 25 e i 64 anni possiede il diploma, a fronte dell 78,7% della Ue. Cifre allarmanti considerato che il diploma rappresenta un titolo di studio indispensabile per accedere al mercato del lavoro”, conclude il leader dell’Ugl.