Il Parco del Mare di Ostia e gli stabilimenti hanno un nuovo ‘supervisor’: la Giunta promuove l’ex segretario Pd-capo staff dell’assessore
Roma, la Giunta Gualtieri (assenti al momento del voto sindaco, vice sindaco Scozzese e assessori Zevi, Veloccia e Lucarelli) ha nominato Carlo Mazzei nuovo ‘supervisor’ di Ostia. Carlo Mazzei guiderà, tra gli altri progetti che riguardano il litorale, il maxi Parco del Mare, il progetto(ne) da 24 milioni di euro pubblici destinato a cambiare, per sempre, il futuro del litorale romano. Premettiamo che l’assunzione di Mazzei, a tempo determinato, appare del tutto regolare. Il Comune di Roma, difatti, prima ha provato a reperire un incaricato con un interpello interno ai propri uffici, che sarebbe andato a vuoto. Poi avrebbe avviato – su richiesta del sindaco – un successivo avviso pubblico (con procedura selettiva) a cui non hanno partecipato archistar, ma solo Mazzei. Infine, una Commissione capitolina avrebbe valutato l’unico curriculum, per l’appunto quello di Mazzei, poi approvato dal primo cittadino Roberto Gualtieri, con la pre-assunzione contenuta nel documento n. RA/7255 firmato dal primo cittadino il 25 novembre scorso, poi validata ancora dalla giunta il 2 dicembre.
Nei documenti con cui la Giunta Gualtieri gli affida l’incarico (troverete il documento in formato scaricabile alla fine di questo articolo), non risulta alcun dato anagrafico riferibile al Mazzei, una cosa davvero molto strana: in ogni caso, riteniamo si tratti proprio del Mazzei politico, in caso contrario, siamo pronti a fare dietrofront e a rimangiarci quanto scriviamo.
Un incarico che vale il futuro di un litorale intero
Premesso questo, la struttura che Mazzei andrà a guidare non è esattamente un ufficio qualunque. Parliamo della Direzione “Rigenerazione del Litorale e Grandi Progetti”, ossia del ‘motore’ dei grandi interventi sul mare di Roma. Ostia, il lungomare, le spiagge, le concessioni pubbliche, gli stabilimenti privati, le opere sul demanio marittimo. Dentro, come anzidetto, ci sta anche il cosiddetto maxi Parco del Mare, la rinaturalizzazione delle dune, la trasformazione del lungomare in boulevard pedonale e ciclabile, lo spostamento della litoranea, il rilancio turistico di Ostia in chiave post-Giubileo. Quello conferito a Mazzei da Gualtieri e la sua Giunta, insomma, è un incarico destinato a ridisegnare, per decenni, il rapporto tra la città e il suo litorale.
Quanto guadagnerà Mazzei (e per quanto tempo)
Prima di tutto, la delibera di Giunta Gualtieri non lascia dubbi sulle cifre che guadagnerà Mazzei. Al nuovo direttore del litorale spetteranno circa 49.300 euro lordi l’anno di trattamento base, più 83.000 euro di retribuzione di posizione, per un totale di poco superiore ai 132 mila euro lordi annui, a cui potrà aggiungersi una quota variabile di risultato se gli obiettivi saranno centrati. Il contratto durerà tre anni a partire dalla data di firma, è espressamente a tempo determinato, quindi fino a gennaio 2029.
Dal Pd di San Giovanni al Campidoglio con l’assessore Zevi
Poi c’è il lato politico, come anzidetto, altrettanto chiaro. Mazzei non si è mai presentato come un tecnico, un architetto neutro. Sui social rivendica di “credere nella Politica” ed esplicitamente di essere “di sinistra”. A Roma è stato segretario di uno dei circoli più importanti del Pd, quello di San Giovanni, in via La Spezia. Nel 2021 si è candidato alle primarie del centrosinistra per guidare il VII Municipio, sconfitto per pochi voti dall’attuale mini sindaco (in quota Zingaretti) Laddaga: era dato per favorito, ma è stato sconfitto di misura, appena 28 voti. In seguito è diventato capo della segreteria dell’assessore al Patrimonio e alle Politiche Abitative, Tobia Zevi, ruolo fiduciario nel cuore della Giunta Gualtieri. Ora la promozione, con la firma di Gualtieri.
Il “ripescaggio” sul mare di Roma e la questione di trasparenza
Mettendo in fila i tasselli, il ritratto è netto: una nomina formalmente corretta, un curriculum tecnico e una biografia politica lampante. Un ex segretario di sezione, aspirante mini-sindaco ‘trombato’ alle primarie, che da capo staff viene “ripescato” per dirigere la struttura chiamata a cambiare per sempre il volto del litorale romano. Non è, da solo, un capo d’accusa: la legge consente incarichi a termine anche a figure politicamente connotate. Ma la dimensione dell’incarico che gli è stato affidato – spiagge, concessioni, investimenti pubblici e privati – rende inevitabile una domanda di Trasparenza. Quali criteri sono stati adottati, dal Comune di Roma, nel suo recente bando pubblico? Come è mai possibile che nessuna archistar abbia avuto voglia anche solo di partecipare al progetto(ne) di rilancio del litorale di Roma Capitale? Com’è possibile che nessun dirigente interno abbia ritenuto anche solo appetibile tale incarico che comporterà un guadagno di tutto rispetto? Quando a gestire il mare di Roma è un solo nome, scelto in questo modo, nell’agenda politica, l’interesse pubblico non è un contorno: è la notizia.