Il test del Dna conferma: il corpo carbonizzato è di Bochicchio. Dall’autopsia nuovi dettagli sulla morte

Bochicchio autopsia

Ci sono anche i resti del braccialetto elettronico trovati sul luogo dell’incidente a confermare che il corpo del motociclista carbonizzato in seguito a un incidente in moto su via Salaria è quello di Massimo Bochicchio, il broker finito sotto processo a Roma per riciclaggio e abusiva attività finanziaria in seguito alle denunce presentate anche da alcuni vip e personaggi dello sport. Bochicchio era agli arresti domiciliari e aveva un permesso per poter uscire due ore al giorno.

In attesa dell’esito definitivo degli esami disposti sul corpo, tra cui l’esame del Dna, gli inquirenti dunque non nutrono dubbi sull’identità. Risposte, invece, sulle cause della morte, sono attese dall’autopsia disposta dai magistrati di piazzale Clodio e affidati ai medici legali della Sapienza.

Poche ore dopo anche il test del Dna ha confermato che è di Massimo Bochicchio il corpo carbonizzato in seguito all’incidente avvenuto domenica in via Salaria a Roma. L’accertamento era stato disposto dalla Procura di Roma che ieri ha aperto un fascicolo per l’ipotesi di istigazione al suicidio, necessario per poter disporre gli accertamenti tecnici e medico legali.

Sarebbe morto a causa dei traumi dovuti all’incidente di domenica scorsa il broker Massimo Bochicchio, deceduto mentre era alla guida della sua moto su via Salaria finita contro un muro di cinta. A quanto emerge dai primi risultati dell’autopsia effettuata oggi dai medici legali della Sapienza, non emergerebbero segni macroscopici di eventi cardiaci, ma per capire se Bochicchio abbia avuto un malore prima dell’incidente saranno necessari ulteriori accertamenti che richiederanno almeno 60 giorni. Le fiamme sprigionate dalla moto potrebbe essere stata una concausa della morte. Come da prassi sono stati effettuati anche prelievi tossicologici.