Inchiesta di Report sul “calcio sporco”: l’Albania chiede le carte alla Rai (video)

Report calcio

Agron (Genti) Tare, viceministro degli Affari Esteri della Repubblica d’Albania, avrebbe dato mandato ai propri legali per chiedere alla Rai e alla redazione di Report l’informativa della Guardia di Finanza di Bari che lo riguarda. E questo per diverse ragioni. Primo perché, come scrive il difensore del viceministro albanese alla trasmissione condotta da Sigrido Ranucci, Agron Tare è stato uno dei protagonisti del servizio mandato in onda lunedì 7 giugno di Report sul calcio italiano. Poi perché, evidenzia l’avvocato, nel corso del servizio “Tare è stato indicato insieme al fratello, Igli Tare, noto dirigente della Lazio, quale soggetto colluso con ambienti malavitosi”, ed infine perché “siffatta ricostruzione si sarebbe basata su taluni atti investigativi e, in specie, un’informativa della G.d.F. di Bari”.

Il difensore del viceministro Tare fa riferimento, in particolare, alla “recentissima sentenza del Tar, emessa proprio nell’ambito di un procedimento amministrativo in cui era parte la Rai in relazione al programma Report” nella quale “è stato affermato che ‘va ritenuta suscettibile di ostensione […] la documentazione connessa all’attività preparatoria di acquisizione e di raccolta di informazioni […] confluite nell’elaborazione del contenuto del servizio di inchiesta giornalistica mandato in onda”. E, proprio sulla base di questo precedente, il difensore di Tare chiede di accedere all’informativa della Guardia di Finanza di Bari “necessaria” al fine di permettere al suo assistito di “esercitare i propri diritti e tutelare la propria immagine”.

La precisazione sulla sentenza del Tar su Report

In una recente sentenza del Tar, come specifica una nota dell’Associazione nazionale magistrati amministrativi, “viene riconosciuto il diritto del ricorrente a prendere visione solo dei documenti che Enti esclusivamente pubblici hanno formalmente trasmesso alla Rai, escludendo dunque qualsiasi fonte privata e a maggior ragione di carattere confidenziale. Ciò senza contare che, in alcuni casi – sottolineano le toghe amministrative – si è addirittura arrivati a riferire e ad accostare in modo suggestivo, e inaccettabile ove il fine sia minarne la credibilità, vicende passate relative a un membro del collegio, del tutto slegate dalla decisione assunta peraltro in forma collegiale, e quindi di nessun interesse se non meramente strumentale”.

“Come magistrati amministrativi – conclude l’Anma – auspichiamo che i prossimi articoli e servizi stampa diano adeguato risalto a tali precisazioni”.