Indignati per un “like” su facebook: pensino a quando bruciavano le sezioni e loro zitti…

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Vergognose, irresponsabili e ipocrite polemiche per un “like” del consigliere regionale della Lega Daniele Giannini a un commento di un utente su Fb. L’utente scriveva “speriamo che anche casa di Zingaretti sia bella infetta”. “Nelle stesse ore in cui come segretari regionali e delle città metropolitane eravamo riuniti con il ministro Boccia per ribadire l’impegno di tutti i democratici a fermare ogni polemica, il consigliere regionale della Lega Daniele Giannini ha messo mi piace a “speriamo che anche casa di Zingaretti sia bella infetta”. Siamo tutti al fianco del nostro segretario di fronte a chi continua a seminare odio sulla rete, invece di impegnarsi nella lotta che deve vederci uniti contro Covid 19” afferma il segretario romano del Pd Andrea Casu.

Un ipocrita piano preordinato per condannare il “like”

E, quasi secondo un piano preordinato, si è scatenata subito la ridda di lamentazioni dei corifei, indignati per il delitto di lesa maestà verso il segretario. Poi anche la Raggi si è accodata al coro degli indignati, pur non essendo organica al Pd, anche se di fatto fa le stesse cose. Eccoli, subito puntuali, De Biase, Pelonzi, Astorre, Tidei, Capriccioli, Bonafoni e altri a condannare senza pietà un gesto libero su un social. E’ chiaro che la frase era scherzosa, e il “like” pure.  La Raggi non lo sa perché era giovane e poi non conosce la storia di Roma, ma Tidei e gli altri lo sanno bene. Lo sanno che i loro compagni, anche del Pci, incendiavano e devastavano le sezioni degli oppositori politici, bastonavano e a volte uccidevano i ragazzi che non la pensavano come loro.

Dove erano questi indignati quando Roma bruciava?

E per quei gesti neanche un trafiletto sul giornale, neanche le vibranti parole di condanna che oggi vediamo per un semplice “like”. E’ gente che non ha il senso del ridicolo, non ha capacità autocritica, che pensa solo a seminare – loro davvero – l’odio contro chi non la pensa come il governo. Allora stavano zitti, quando le bombe devastavano le sezioni del Msi, ma non solo, e oggi urlano per quello che neanche può essere considerato un reato di opinione, che il Pd forse vorrebbe ripristinare nel codice penale. E poi non era Zingaretti che rideva annunciando che tra i malati quelli col Covid erano solo 2? E giù grasse risate… Non era lui che con Mattarella andava ad abbracciare i cinesi e si mangiava gli involtini primavera per dimostrare che il Covid non esisteva?

Il consigliere Giannini commenta il “like”

Vergognatevi, madonne addolorate del Pd e dell’antifascismo, perché strillate sapendo di avere torto marcio. Lo stesso Giannini replica a questo ignobile tentativo di linciaggio. “Casa infetta? È Zingaretti che ha per primo accusato i cittadini di avere il virus dentro casa. Un’accusa assurda fatta per gettare la colpa di questo disastro sanitario sui cittadini. Ora vuol fare la vittima per un like? Sono il primo a toglierlo ma voglio ancora sapere tutto sulle mascherine, il caso Palamara, i dati sui tamponi, la chiusura del Forlanini, gli spritz”. Lo afferma il consigliere regionale della Lega.

Zingaretti deve spiegare altre cose, altro che Facebook…

E poi Zingaretti pensi piuttosto a spiegare la sua latitanza in campo sanitario, come dimostrano le iniziative contro di lui. “Lunedì alle 11 davanti all’ingresso della sede della Regione Lazio in via Cristoforo Colombo, Fratelli d’Italia terrà una conferenza stampa per denunciare la grave latitanza del Presidente e segretario del Pd Nicola Zingaretti in tema di sanità. Parteciperanno il deputato e coordinatore regionale Paolo Trancassini e i consiglieri regionali di Fdi”. Lo comunica una nota dell’ufficio stampa di Fratelli d’Italia. Altro che social: la sinistra ha chiuso gli ospedali e adesso ne stiamo pagando le conseguenze sulla nostra pelle. D’altra parte, siamo abituati: la menzogna e la diffamazione sono sempre state le armi vigliacche dei comunisti.