Influencer di Anzio in diretta sui social dal carcere di Velletri: tra i followers ci sono i poliziotti

È bastato aprire l’app tik Tok, scorrere tra le live ed ecco che gli agenti della Polizia Penitenziaria hanno scoperto che un detenuto del carcere di Velletri come hobby durante la permanenza in cella faceva l’influencer sui social.
Al giorno d’oggi, le indagini si fanno anche così. Non ha resistito un ragazzo di Anzio detenuto alla tentazione di accendere il cellulare detenuto illegalmente in cella per salutare i suoi followers con una diretta.

Dall’altra parte ad osservarlo mentre “acchiappava likes” c’erano gli agenti penitenziari. La perquisizione della cella ha permesso di scoprire il telefono nascosto tra gli oggetti del giovane che è stato nuovamente denunciato all’autorità giudiziaria.
I sequestri
Ma questo è solo l’ultimo eclatante caso. Solo nell’ultimo mese sono stati sequestrati 6 cellulari, per lo più sono i familiari dei detenuti che tentano di introdurli nei pacchi alimentati, un tentativo che costa una denuncia pesante.
La droga in carcere
Ancora droga nel carcere di Velletri e continua la stretta dei controlli della Polizia Penitenziaria.
Negli ultimi giorni sono stati sequestrati 100 grammi di hashish e 25 di cocaina. Lo stupefacente era nascosto nei pacchi per i detenuti consegnati dai familiari prima dei colloqui.
La maxi operazione
La lista degli eventi simili nell’istituto penitenziario di Velletri è lunga ed un plauso va gli agenti di polizia penitenziaria che quotidianamente sono impegnati nei controlli.
Ad aprile scorso sono state emesse 13 condanne in abbreviato per altrettante persone che hanno fatto parte di una organizzazione dedita ad introdurre i stupefacenti e telefonini nel carcere.
Gli arresti vennero eseguiti il 21 maggio dell’anno scorso. Dalle prime luci dell’alba, su delega della Procura della Repubblica di Velletri, i Carabinieri della Compagnia di Velletri, hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari nei confronti di 33 persone, per lo più italiane (di cui 5 donne). Tutte gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di detenzione a fini di spaccio disostanza stupefacente estorsione ed accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti.
La mamma-corriere
Ma non mancano le iniziative autonome come quelle di una donna di 62 anni che si è presentata in carcere con un “regalino” a base di cocaina per il figlio detenuto.
Fuori dal carcere si sono visti corrieri di tutti i tipi e soprattutto di tutte le professioni. Dagli avvocati, agli infermieri, sono stati scoperti anche preti ad introdurre lo stupefacente.
Il prete-corriere e l’infermiere-corriere
Sempre nel carcere veliterno, l’anno scorso, si sono verificati altri due arresti eclatanti. Il primo, avvenuto il 10 maggio, ha visto il coinvolgimento di un prete arrestato con l’accusa di traffico di droga: l’uomo ha successivamente patteggiato la pena. Poco dopo, è emersa la figura di un infermiere, trasformato in corriere della droga, colto mentre tentava di introdurre stupefacenti all’interno dell’istituto.
L’avvocato-corriere
Ma è nel carcere di Rebibbia che, il 26 febbraio di quest’anno, si è consumato un altro clamoroso episodio: durante un maxi blitz dei Carabinieri, tra gli arrestati figura un avvocato del foro di Roma, gravemente indiziato di aver utilizzato la sua posizione di difensore per introdurre hashish e marijuana per conto di un detenuto.