La confessione di Sileri: “Ho sempre votato a destra. Io e Speranza siamo molto diversi”

Sileri, Speranza

“Ho votato sempre a destra. Anche se da almeno una decina anni mi definivo un elettore disaffezionato”: lo rivela in un’intervista al Corriere della Sera il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, oggi scissionista grillino con Luigi Di Maio. Lo fa nel giorno in cui annuncia l’addio alla politica, “promettendo” che non si ricandiderà.

Sileri racconta di essere passato dalla medicina alla politica dopo che “il M5S si è accorto di me perché avevo fatto una battaglia sulla trasparenza nei concorsi universitari. E di conseguenza mi è stato proposto un collegio, a Roma Nord”. Quanto alla scissione di Luigi Di Maio, “ovviamente è stata dolorosa – dice Sileri – ma io non ho avuto perplessità e ho aderito a Insieme per il futuro”. E aggiunge: “Io e Luigi parliamo sempre. Non c’è stata alcuna pressione da parte sua. La mia è stata una scelta naturale: governista e atlantista. Draghi ha un’autorevolezza che dà lustro all’Italia”. Sileri esclude una possibile ricandidatura in politica: “Tornerò al mio lavoro, ai turni in ospedale, alla ricerca, alle lezioni in università. Ho vinto un concorso del 2016 al San Raffaele. Poi certo, da italiano sono sempre stato e rimarrò sempre un servitore delle istituzioni”, dice l’esponente grillino.

Il sottosegretario Sileri e il suo rapporto con il ministro Speranza

E sul ministro Roberto Speranza, dice. «Siamo molto diversi ma alla fine è stato un valore aggiunto. Siamo entrati in sintonia. Spero di aver contaminato lui con l’aggressività da medico. Lui ha fatto lo stesso con me, con la politica». Sugli errori nella gestione della pandemia, l’esponente pentastellato ammette: «Ci sono state carenze comunicative. Penso alla scuola: si è parlato tanto e male. Ad esempio, poteva essere un po’ più flessibile l’approccio». E su eventuali errori dice:  «Rifarei tutto, compreso quegli atti di accusa nei confronti di alcuni dirigenti del ministero. Riandrei a Wuhan entrambe le volte senza se e senza ma».