La Lazio ora crede al titolo. Ormai è partita aperta
La Lazio ora crede davvero al titolo. Un solo punto separa i biancocelesti dalla Juventus capolista. Senza considerare che la Vecchia signora si è già inchinata due volte quest’anno alla truppa di Inzaghi. Doppio ko per i bianconeri in campionato e in supercoppa italiana, se tra le due squadre c’è ancora differenza certamente in campo non si vede. Domenica a Genova è stata battaglia, in senso sportivo s’intende. Immobile, Milinkovic Savic, Luis Alberto e Cataldi hanno acceso la luce. La rete di Marusic è stata deliziosa, e alla fine è arrivato un tre a due preziosissimo per la Lazio. Per quello che può contare, è anche nuovo record di punti fuori casa con sette vittorie e due pareggi. Numeri che oramai parlano da soli.
La Lazio ci crede
A questo punto è giusto crederci e uscire allo scoperto senza scaramanzia. Lo fa anche Simone Inzaghi, che spiega così il segreto della sua Lazio: siamo una squadra di amici, giochiamo l’uno per l’altro e quando scendiamo in campo ci divertiamo. E, aggiungiamo noi, non è cosa da poco. Crescono anche le attestazioni di stima e gli applausi di personaggi famosi dello sport e dello spettacolo. Tra tutti spicca l’applauso di Giampiero Mughini, juventino fin nel midollo che si è lasciato andare a un complimento sincero per i biancocelesti: sono estasiato, che squadra, è una sinfonia. Il calcio quando è bello è veramente bello, scrive Mughini. E che la Lazio giochi il miglior calcio del torneo italiano 2019 2020 non vi è il minimo dubbio.
Concentrazione e piedi per terra
Il presidente Claudio Lotito sa bene quanto l’euforia possa essere pericolosa, specie in una piazza come Roma. Per questo non si stanca di raccomandare alla squadra di lavorare con umiltà e concentrazione e di mantenere i piedi per terra. Che poi è lo stesso credo di Simone Inzaghi, e fino ad ora i suoi ragazzi lo stanno seguendo perfettamente. Vale per la vecchia guardia, ma anche per i nuovi che hanno capito che aria tira a Formello quest’anno. E si sono adeguati dando il massimo. Un esempio? Vavro chiamato in causa per sostituire al centro della difesa un big come Acerbi infortunato. Esame superato a pieni voti. E per tutti una forma atletica smagliante, gli scatti di Marusic a 34 chilometri all’ora sono da guinness dei primati.
Lo scudetto del coronavirus
Certo, si inizia a dire che questo sarà lo scudetto del coronavirus. Staremmo attenti a fare ironia anche in buona fede, su una emergenza che è troppo grave e che sta gettando nel panico l’Italia e il mondo.
Non si può negare che in ogni caso l’emergenza del coronavirus abbia creato tanta confusione nel calendario delle serie A. Certo, è senz’altro il problema minore di questi tempi. Ma tra partite non giocate, recuperi da fare e ipotesi di gare a porte chiuse il caos in Lega calcio sembra totale. Per ora a Roma si gioca, e questo in termini sportivi per la Lazio potrebbe rappresentare un piccolo ulteriore vantaggio. Fin dalla prossima gara interna contro il Bologna di Sinisa Mikhailovic fissata per sabato prossimo alle 15 all’Olimpico.
La Lazio dice no all’Atalanta
Una curiosità tanto per aggiungere confusione alla confusione. Il presidente dell’Atalanta Percassi ha chiesto a Lotito di anticipare la gara di sabato 7 marzo a Roma tra gli orobici e i biancocelesti a venerdì 6. Motivo? martedì 10 marzo l’Atalanta sarà a Valencia forte del 4 a 1 dell’andata per staccare il biglietto ai quarti di Champions League. La risposta del patron della Lazio però, almeno per ora, è stata negativa. Manca ancora qualche giorno, e c’è tempo per trovare una soluzione che accontenti tutti. Se il campionato andrà avanti, coronavirus permettendo.