La Meloni leader più amata dagli Italiani. E sfida Conte e la maggioranza, ora dimostrino di voler collaborare

La leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha lanciato la sua sfida in cinque punti al governo rosso giallo e al premier Conte. In una conferenza stampa alla quale sono anche intervenuti i capigruppo alla Camera e al Senato Francesco Lollobrigida e Luca Ciriani oltre alla deputata Augusta Montaruli. La leader dei Patrioti secondo l’ultimo sondaggio di Agorà è la prima in termini di gradimento tra gli Italiani. Con un lusinghiero 39% personale, un punto sopra a Conte in caduta libera. E va giustamente all’attacco. Si è chiuso dopo dieci giorni il presidio di Fratelli d’Italia a Piazza Capranica, ha dichiarato la Meloni. Dove abbiamo avuto modo di sentire le proposte di tantissimi cittadini e delle categorie produttive. In maniera civile, rispettando le regole e il distanziamento. Per trasformare la rabbia e la protesta in proposta politica. Non come alcuni imbecilli che hanno messo a soqquadro diverse piazze d’Italia. Noi siamo una opposizione che quando l’Italia chiama risponde presente, ha proseguito la leader di FDI. Ma se il Governo chiede collaborazione e unità d’intenti all’opposizione, deve dimostrare con i fatti la volontà di collaborare. Accogliendo le nostre proposte alla luce del sole in Parlamento.

Lo dico senza polemica, ha aggiunto la Meloni. Perché in un periodo così difficile non è mia intenzione farne. Ma dall’inizio dell’emergenza covid abbiamo presentato 2000 proposte di vario genere. Per uscire prima e meglio dalla crisi. Tutte bocciate dal Governo e dalla maggioranza. E sui dieci decreti economici emanati, è stata posta sempre la fiducia. Mentre i DPCM di contrasto alla pandemia sono stati adottati da Conte senza coinvolgere mai Camera e Senato. Vediamo se adesso ci sarà finalmente un cambio di passo.

Meloni al governo: “Collaborazione? Pd e grillini votino le nostre proposte”

La Meloni in conferenza stampa, il Governo e Conte chiedono di collaborare? I nostri cinque punti sono già sul tavolo, basta votarli in Parlamento

Le nostre proposte sono già sul tavolo da tempo. E ora sono state ulteriormente affinate ed arricchite. Dopo il presidio di ascolto e di confronto con le categorie a Piazza Capranica. Adesso arrivano il Decreto ristori e la Legge di bilancio con possibili nuovi scostamenti dalle previsioni. Che si aggiungeranno ai 100 miliardi già impegnati da aprile ad oggi. Ma non possono chiederci di contribuire ad indebitare per decenni i nostri figli a scatola chiusa. La linea espressa dalla leader di FDI Giorgia Meloni in conferenza stampa è stata chiara. Non votiamo provvedimenti al buio. Ma se davvero si cerca il dialogo per il bene dell’Italia ci siamo. Con proposte puntuali, in cinque punti. Che Conte e il Governo possono condividere. E che la maggioranza se vuole può votare in Parlamento.

La sfida di Fratelli d’Italia a Governo e maggioranza. Ridurre i costi fissi per commercio e imprese  e stop alla discriminazione tra lavoratori

Sono cinque i punti individuati da Fratelli d’Italia per dare una scossa all’economia italiana. E invertire la tendenza negativa di questi mesi. Più che il meno 12 per cento del Pil, mi preoccupa un altro numero ha chiarito la Meloni. Quello delle aziende che chiudono, che sono quasi il 40%. Dobbiamo evitarlo, altrimenti la crisi economica durerà molto di più del covid. Per farlo proponiamo ricette semplici e puntuali, immediatamente attuabili. In primo luogo nel Decreto ristori, non limitarsi ai contributi soltanto per alcuni codici Ateco. Ma estendere gli aiuti a tutto l’indotto e alla filiera produttiva. Per le attività che abbiano avuto una contrazione del fatturato superiore al 33% dell’anno precedente. Considerando anche il trimestre estivo. Altrimenti gli operatori turistici e stagionali rimangono tagliati fuori. E ancora, stop alla politica dei ‘bonus’ una tantum, puntando invece a ridurre i costi fissi. I canoni di locazione, i mutui e le utenze. Ed estendere il credito di imposta dal 60 al 100% per tutti i locali commerciali. Ma non basta, ha proseguito la Meloni. Perché i lavoratori non possono essere discriminati. E messi gli uni contro gli altri. Un commerciante  o un professionista a partita Iva che ha preso i due bonus da 600 euro e il terzo da 1000, ha visto 2200 euro in otto mesi. Anche per gli autonomi e gli artigiani invece si prenda il reddito lordo dell’anno precedente, e si paghi fino all’80%. Come avviene per la cassa integrazione.

Lo Stato acquisti direttamente i servizi. E tagli l’Iva per i settori più colpiti

Ecco un’altra nostra proposta, che ci sembra di assoluto buon senso ha concluso la Meloni. Lo Stato provveda ad acquistare direttamente dai privati alcuni servizi. Realizzando un doppio obiettivo. Ridurre il rischio del contagio e rimettere in moto l’economia. Un esempio? Affiancare il trasporto pubblico al collasso nelle grandi città con mezzi privati. Taxi, pullman e Ncc. Contribuirebbero a limitare gli assembramenti sui mezzi. E si darebbero risposte a categorie che sono in ginocchio. Stessa cosa si potrebbe fare con gli alberghi, che sono vuoti. E che potrebbero diventare un rifugio sicuro per anziani o altri soggetti fragili con qualche positivo in famiglia. Infine, taglio dell’Iva al 50% per i settori più colpiti, taglio dell’Irap e unico periodo fiscale per il 2019 e il 2020. Per pagare le tasse a giugno 2021, facendo la media tra gli utili del 2019 e le perdite del 2020. Insomma, noi ci siamo. Adesso vediamo se il premier Conte e la maggioranza hanno intenzione di fare sul serio. E di metterci la faccia.

https://www.lavocedelpatriota.it/covid-meloni-e-fdi-in-piazza-per-i-lavoratori-abbandonati-dal-governo-conte/