La Regione Lazio estende anche ai rider l’ordinanza anti-caldo

Rider in azione a Roma

Contenuti dell'articolo

La Regione Lazio ha deciso di estendere l’ordinanza contro il lavoro sotto il sole cocente anche ai rider. Il provvedimento, valido fino al 15 settembre, vieta l’attività lavorativa dalle 12:30 alle 16:00 nei giorni in cui il rischio climatico è classificato come “Alto” per i lavoratori esposti al sole. L’ordinanza, firmata dal presidente Francesco Rocca, nasce come risposta concreta all’emergenza climatica in corso, che sta rendendo sempre più frequenti le ondate di calore estremo su tutto il territorio regionale.

Una misura attesa e necessaria per la regione Lazio

Dopo aver inizialmente incluso lavoratori agricoli, florovivaistici, operai dei cantieri edili e dipendenti delle cave, la Regione ha deciso di inserire anche i rider e gli operatori della logistica, tra le categorie più vulnerabili alle alte temperature. Si tratta di lavoratori che operano spesso su strada, in bicicletta o scooter, esposti per ore al sole e senza adeguate protezioni o pause. Una scelta che riconosce finalmente la centralità di questa categoria nel tessuto urbano e la necessità di garantire loro condizioni minime di sicurezza.

Emergenza climatica e salute pubblica anche per i rider

Il provvedimento non nasce solo da una preoccupazione legata al benessere dei singoli lavoratori, ma si inserisce in un quadro più ampio che lega direttamente l’emergenza climatica alla salute pubblica. Con temperature sempre più alte, cresce il rischio di colpi di calore, disidratazione e malori gravi per chi lavora all’aperto nelle ore più calde. Il divieto, limitato alle fasce orarie di massimo rischio e attivato solo nei giorni più critici, rappresenta una misura di buon senso per prevenire conseguenze potenzialmente letali.

Accordo tra Regione e parti sociali

La nuova ordinanza è frutto di un confronto serrato tra la Regione Lazio, le sigle sindacali e i rappresentanti dei lavoratori. È la dimostrazione che, in un contesto di crisi climatica, il dialogo tra istituzioni e forze sociali può portare a soluzioni concrete e immediate. L’ampliamento del provvedimento e la sua proroga fino al 15 settembre segnano una svolta nella gestione delle emergenze estive, trasformando un intervento emergenziale in una politica di tutela strutturata.

Mappa del rischio e responsabilità condivisa

Il divieto di lavoro non è generalizzato, ma viene attivato solo nei giorni in cui la piattaforma Worklimate segnala un rischio “Alto” per l’esposizione al sole. La Regione invita i datori di lavoro e i lavoratori stessi a consultare quotidianamente la mappa del rischio e ad adottare comportamenti responsabili. La prevenzione passa anche dalla consapevolezza quotidiana e dalla collaborazione tra le parti coinvolte. È un richiamo forte a una responsabilità collettiva per affrontare un’estate che si preannuncia ancora una volta estrema.

Esclusioni e limiti dell’ordinanza

L’ordinanza non si applica alle pubbliche amministrazioni né ai concessionari di servizi pubblici o ai loro appaltatori in caso di interventi urgenti di pubblica utilità, protezione civile o salvaguardia della sicurezza. Tuttavia, anche in questi casi si raccomanda l’adozione di misure organizzative adeguate per proteggere i lavoratori. Il messaggio è chiaro: nessuno è completamente esentato dalla necessità di proteggere la salute di chi lavora.

Un segnale politico nazionale

Con questa decisione, la Regione Lazio si conferma in prima linea nella tutela dei lavoratori esposti agli effetti del cambiamento climatico. È stata la prima in Italia a introdurre un simile divieto lo scorso maggio, e ora lo completa con un’estensione che potrebbe fare scuola a livello nazionale. La salute e la sicurezza non possono essere subordinate alla produttività. In un’estate che promette record di temperatura, la Regione sceglie di stare dalla parte dei lavoratori. E lo fa con un atto concreto, tempestivo e necessario.