La rabbia per l’imbarazzante Di Maio e l’orgoglio Claudi: le due facce dell’Italia in Afghanistan

Claudi, Di Maio

Da una parte Luigi Di Maio, il ministro degli Esteri che, nel momento più drammatico della diplomazia internazionale degli ultimi anni, era in spiaggia a Gallipoli come un villeggiante in vacanza premio.

Dall’altra Tommaso Claudi, 31 anni, viceconsole a Kabul, ultimo diplomatico italiano rimasto, in prima fila nel soccorso di donne e bambini. Un eroe in carne ossa, un italiano che ci rende orgogliosi nel mondo.


Sono le due facce della medaglia di questo nostro strano Paese. Da una parte l’Italia del reddito di cittadinanza, la Repubblica fondata sul favore, sull’arte di arrangiarsi. Dall’altra l’Italia che lavora, che studia, che opera, che non sfugge alle proprie responsabilità. Che onora la Patria.

Ieri, Gigino si è presentato in Parlamento per giustificare la sua ignavia. È stato un intervento imbarazzante. L’hanno raccontata con sincero disgusto i parlamentari di Fratelli d’Italia, in una lunga nota per la stampa.

«In audizione sulla situazione in Afghanistan il ministro Di Maio ha saputo solo balbettare un aumento dei fondi per la cooperazione internazionale. Non una sola parola di ammissione di colpa per l’ideologismo sfrenato con cui il M5S, ancora tre mesi fa, festeggiava come una vittoria il disimpegno in Afghanistan senza chiedersi cosa sarebbe accaduto il giorno dopo».

Fratelli d’Italia mette a nudo i limiti di Di Maio

«Niente sul clamoroso ritardo nel recupero dei collaboratori dell’esercito italiano, nonostante da tempo FdI e gli stessi afghani chiedessero lasciapassare militare per fare rientro. Nessun riferimento, oltre a un generico richiamo all’accoglienza, su come gestire la catastrofe umanitaria, magari con un piano per i rifugiati che coinvolga i paesi limitrofi all’Afghanistan. Non una sola parola sul rischio che dietro ai profughi si nascondano terroristi islamici come detto anche dal direttore di Aise Generale Caravelli». A dichiararlo in una nota congiunta sono i parlamentari di Fratelli d’Italia Andrea Delmastro, Salvatore Deidda, Isabella Rauti e Wanda Ferro.

Di Maio, ministro per caso, Claudi eroe vero


«Per Fratelli d’Italia – hanno ricordato – è necessario recuperare immediatamente tutti i collaboratori, immaginare un piano umanitario che coinvolga i paesi limitrofi per i rifugiati, scongiurare il rischio che dietro i profughi si nascondano terroristi islamici come denunciato dai nostri servizi. Sembrava di assistere alla audizione di un ministro per caso che fosse rimasto spiaggiato fino a poco tempo prima in Puglia. Stupefatti – hanno concluso – abbiamo preteso che nessun dialogo si apra con i talebani prima che diano eventuale prova di rispettare i diritti umani e che i finanziamenti per la cooperazione internazionale non transitino dalle autorità afghane perché, in tal caso, non considereremo Di Maio il solito benefattore con i soldi degli italiani, ma complice e finanziatore dei talebani».


Ma l’Italia vera è quella del giovane diplomatico Tommaso Claudi. In prima fila, a testimoniare con fierezza i nostri valori.
L’Italia che Di Maio rappresenta, per fortuna, passerà. Quella di Claudi, come quella di Luca Attanasio, resta. Per ricordarci chi siamo e cosa rappresentiamo. Nonostante Di Maio.