Liberare i pescatori con la forza? Ma ce lo vedete Di Maio con l’elmetto?

pescatori forze speciali (2)

Liberare i pescatori sequestrati con la forza? Ma non diciamo idiozie. Solo chi non ha nessuna conoscenza delle questioni internazionali, della diplomazia, del territorio e della situazioni libica potrebbe ipotizzare una corbelleria del genere. L’unica cosa relativamente sicura è che probabilmente le nostre forze speciali ce la farebbero, se autorizzate, anche se è bene non sottovalutare il nemico. Così come andavano nottetempo sulle coste albanesi a incendiare i barconi, a bucare i gommoni e a sabotare i motori. Così l’invasione dai Balcani si fermò, per chi ha la memoria corta. Spieghiamo comunque la situazione a chi non ne ha neanche una pallida idea.

I pescatori prigionieri da cento giorni

La Libia non è più uno Stato sovrano, da quando non c’è più Gheddafi. E’ ora teatro di una spaventosa guerra civile in cui diversi attori si contendono il potere. C’è il premier-fantoccio, al Serraj, che non controlla neanche il palazzo in cui abita, e che ovviamente è stato scelto come campione da Unione europea e la prona Italia dell’allora premier (non eletto) Gentiloni. C’è poi l’esercito del generale Haftar che controlla gran parte della Libia e che gode di sostegni ben più importanti, come Egitto, Russia e svariate potenze arabe. Serraj invece dalla sua ha, oltre alle inutili e deboli Italia e Ue, l’imperialista Turchia, che ha inviato uomini e mezzi in Liba per contrastare Haftar.

L’Italia cederà ai ricatti

Ora, è proprio la fazione di Haftar che ha preso prigionieri i nostri pescatori, che si sono trovati, come si suol dire, nel mezzo, Non sappiamo bene dove vengano detenuti i pescatori né quale sia e di che qualità la vigilanza su di loro. Tuttavia, un buon lavoro di intelligence potrebbe superare anche queste difficoltà. Nel caso di un blitz di scatenerebbe con ogni probabilità un incidente internazionale notevole, ma uno Stato con gli attributi dovrebbe saper e poter affrontare anche questo rischio. Ma uno Stato come l’Italia, con le braghe calate davanti ai clandestini e alla sinistra internazionale, non avrebbe mai il coraggio di fare quello che fecero gli israeliani a Entebbe.

Poveri pescatori, affidati a Conte e Di Maio…

Allora cediamo ai ricatti. Liberiamo i libici condannati per traffico di droga e di esseri umani, già in galera, poi diamo milioni di euro pe ril riscatto coem fu fatto in altre occasioni, anche se la Farnesina nega. Così si potrenno comprare altre armi. Il problema è aggravato dal fatto che l’Italia non solo riempie di soldi il fantoccio al Serraj, ma ha regalato alla inconsistente marina libica molte motovedette, e c’è una nostra nave militare che si occupa a spese nostre della manutenzione di dette imbarcazioni. Questo fatto ad Haftar certo non fa piacere. Insomma, Haftar conduce la sua guerra, è il governo italiano che non riesce a condurre la sua né quella dei suoi cittadini. Di Maio e Conte non ci sembrano proprio le persone più a adatte a proteggere e tutelare i nostri concittadini.