Ladri georgiani all’assalto degli appartamenti di Roma: ecco come saccheggiano le case

ladri georgiani

I Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma hanno arrestato due ladri georgiani: un 36enne e un 25enne, entrambi senza fissa dimora e con precedenti specifici, gravemente indiziati di tentato furto aggravato in concorso. In ore serali, a seguito di una richiesta giunta al 112 da parte di diversi condomini, i Carabinieri sono intervenuti presso uno stabile in via Gregorio VII dove era stata segnalata la presenza di persone sospette all’interno dello stesso che avevano fatto accesso dopo aver forzato il portone d’ingresso.

I Carabinieri hanno subito notato i segni di effrazione sul portone e hanno sorpreso e fermato i due nell’atrio condominiale. Identificati e sottoposti ad una minuziosa verifica, i due sono stati trovati in possesso di vari arnesi atto scasso occultati all’interno di una stampella. Gli arrestati sono stati trattenuti in caserma in attesa dell’udienza tenutasi presso le aule del Tribunale di piazzale Clodio dove il loro arresto è stato convalidato.

I ladri georgiani non sono “balordi”, ma professionisti del crimine

I ladri georgiani operano da anni in territorio italiano e appartengono spesso alla mafia locale, un’associazione a delinquere denominata “Ladri di legge”, “ Thieves in the Law”, “Vor v zakone” ed in georgiano Kanonieri K’urdi. L’operazione più importante contro i lacri georgiani è stata messa in campo nel febbraio 2021 dalla polizia di Reggio Emilia. In quell’occasione le forze dell’ordine hanno smantellato un’organizzazione criminale georgiana arrestando complessivamente 62 persone in tutta Europa. 

Il gruppo è dedito in via professionale e sistematico alla commissione di furti in abitazione attraverso un comune “metodo georgiano”, una sorta di “firma” delle azioni criminali, consistenti nel riuscire ad aprire le serrature delle porte d’ingresso e cassaforti, grazie ad arnesi appositamente preparati, senza lasciare l’evidenza dello scasso.

«E’ stupefacente – ha sottolineato la Questura di Reggio Emilia – la intercambiabilità dei componenti e la loro straordinaria mobilità sul territorio nazionale e internazionale anche grazie alla disponibilità di documenti contraffatti».

«Nel corso delle indagini, per esempio, uno degli associati, tratto in arresto in flagranza di reato e sottoposto a misura non detentiva, previ accordi, era pronto a recarsi in altro Paese europeo per aggregarsi ad altra cellula operativa ivi operante».