Lazio ‘zona gialla’. La protesta di ADE, solo la cultura resta off limits

E’ cominciata una settimana ricca di novità, che segue immediatamente le restrizioni e il lockdown imposti durante le festività natalizie. Anche a Roma e nel Lazio, che stando agli ultimi dati disponibili sulla diffusione del contagio ricomincerà classificato come ‘zona gialla’. Almeno fino a venerdì 14, quando verranno resi noti i dati del prossimo monitoraggio. Al netto delle ulteriori disposizioni del governo, che sembrerebbe orientato a classificare comunque arancione tutta l’Italia nei weekend. Chiudendo quindi centri commerciali e molti negozi, a cominciare dagli esercizi di ristorazione, bar pasticcerie e ristoranti. Che potrebbero lavorare solo con l’asporto e le consegne a domicilio. Un clima che resta quindi di grande incertezza, e rispetto al quale molte categorie produttive sono arrivate al limite della resistenza.

Ma procediamo con ordine, iniziando proprio dalla giornata di oggi lunedì 11 gennaio. Che per la Capitale e le altre province del Lazio si tinge di colore giallo. Quindi si potrà circolare liberamente in città, senza bisogno dell’autocertificazione. I negozi saranno aperti fino alle 21, mentre ristoranti, bar e pasticcerie dovranno chiudere alle 18. Sempre con la possibilità della consegna a domicilio e dell’asporto fino alle 22. Rimane il coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino, e il nuovo divieto di spostarsi tra le Regioni. Anche tra quelle classificate ugualmente zone gialle. Con le solite eccezioni per necessità di lavoro, urgenza o motivi di salute. Liberi invece tutti gli spostamenti all’interno del territorio regionale.

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Anche in zona gialla la cultura resta al palo. La protesta di ADE illumina la piramide Cestia

Se grazie alla zona gialla qualcuno a Roma e nel Lazio potrà finalmente respirare, lo stesso non si può dire per chi gestisce spazi e offerte culturali. Infatti mostre, cinema e teatri rimangono tristemente chiusi. E non si sa ancora esattamente fino a quando. Anche se molti musei si sono attrezzati con visite e tour virtuali. Tuttavia la protesta del mondo dello spettacolo non si placa, anche perchè i fondi stanziati sono largamente insufficienti per ristorare maestranze, attori ed impresari. Che non riescono a capire come mai si possa stare stretti come sardine in autobus o in metropolitana. Ma non si possa andare in una sala igienizzata con la propria mascherina e in assoluta sicurezza.

E proprio a Roma si sono svolte due manifestazioni di protesta originali e per certi versi clamorose, promosse dall’associazione ADE. Che sta per Art Doesen’t Expire, l’arte non muore. Ovviamente con un chiaro riferimento all’aldilà contenuto direttamente nell’acronimo. Ade già la scorsa settimana aveva illuminato il Colosseo, lanciando un messaggio di protesta. E adesso si è ripetuta con una nuova proiezione alla piramide Cestia. Non a caso un monumento funerario, come a simboleggiare la morte della cultura e dell’arte. Determinata dalle scelte della politica e del governo. Il suggestivo video si è concluso con la frase enigmatica best 12.01. E i ragazzi che hanno organizzato l’evento hanno assicurato sui social di essere solo all’inizio.

https://www.romatoday.it/attualita/piramide-cestia-collettivo-ade-funerale-alla-cultura.html