L’Europa torna in lockdown duro ma l’Italia riapre le scuole…

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Francia, Inghilterra, Germania applicano di nuovo il lockdown serio, ma l’Italia pensa a riaprire le scuole. I nostri governanti si lamentano perché la gente va in giro a fare acquisti, ma dall’altra parte spingono per riaprire le scuole in presenza. Non aggiornano il sistema di trasporti e lasciano aperti i porti a chiunque voglia venire. E nel contempo sanzionano tutti i locali e gli esercizi, e i cittadini, che secondo loro non hanno rispettato le regole. Però dobbiamo riaprire le scuole in presenza, altrimenti la Azzolina si arrabbia. Così in primavera staremo nelle condizioni della primavera scorsa. Bel capolavoro.

“Riaprire le scuole con questi dati è rischioso”

E non lo diciamo noi, ma persone ben più competenti di noi (e anche del governo, a quanto pare). Non è sfuggito a nessuno che la frettolosa riapertura della scuole a sttembre, voluta a tutti i costi dal governo grillincomunista, ha innescato l’attuale seconda ondata. Così come la riapertura, altrettanto frettolosa e contestata, del 7 gennaio innescherà la terza. Due importanti quotidiani, il romano Il messaggero e il milanese Corriere della Sera, hanno scelto oggi di intervistare due autorità in materia, Pregliasco e Ippolito, i quali concordano su alcune cose. Una è la riapertura delle scuole.

Dieci milioni di persone tornerebbero in circolazione a gennaio

Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università statale di Milano, non usa mezzi termini: “Aprire le scuole a gennaio è un rischio con questi dati”. Dice infatti il virologo al Messaggero: ” la scuola merita tentativi di riaprire più decisi e da questo deriva lo sforzo organizzativo non da poco che si sta provando a fare. Ma oggi fatico ad immaginare come si possano strutturare i sistemi di trasporto e gestire tutti i passaggi con dei protocolli. In giro con la scuola tornerebbero non solo 8 milioni di giovani studenti ma almeno altri 2 milioni di lavoratori che si occupano del settore. A loro vanno aggiunti tutti i familiari che si muovono per accompagnare i più piccoli in classe. È evidente che se i numeri saranno quelli di una terza ondata sarà difficile. La sola cosa che possiamo fare è arrivare a quel punto nel migliore dei modi”.

Il direttore dello Spallanzani: sanità da ripensare

Per il direttore scientifico dello Spallanzani di Roma Giuseppe Ippoliti la storia non ci ha insegnato nulla, perché stiamo ripetendo gli errori dell’estate scorsa. E il sistema sanitario è da ripensare. Dice Ippolito al Corriere della Sera infatti: “Certo è necessario lavorare sui dati da parte di chiunque abbia esperienza e competenza. Dobbiamo tornare a investire concretamente nella sanità e chiederci seriamente se il nostro sistema sanitario sia adeguatamente attrezzato per rispondere alle necessità di una popolazione dall’età media sempre più elevata, e non mi riferisco soltanto alla pandemia: chi ha un genitore malato di Alzheimer sa benissimo di cosa sto parlando”.