Per Pd e Azzolina le scuole devono riaprire: e ci ritroveremo con la terza ondata

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Sulla riapertura delle scuole non sanno che fare. Anzi, lo sanno: il Pd e la Azzolina vogliono a tutti  i costi riaprire, ma nello stesso governo le perplessità sono molte. Sembra che la riapertura delle scuole il 7 gennaio sia un punto d’onore per una parte del governo. Ma dimenticano che fu proprio la frettolosa riapertura di settembre a innescare questa drammatica seconda ondata. E ora rischiano di preparare la terza per febbraio e marzo con la riapertura. Così festeggeremo l’anniversario del primo lockdown con un secondo totale lockdown. Il bello è che al governo non sanno che pesci prendere.

Riapertura delle scuole a tutti i costi

Gli esperti del comitato tecnico scientifico, nel corso della riunione con i capi delegazione e il governo, avrebbero espresso forte preoccupazione su un possibile allentamento delle misure che potrebbe pregiudicare una nuova evoluzione negativa della curva, ora in lentissimo miglioramento. I risultati di comportamenti sbagliati, ha sottolineato il Cts, arriverebbero proprio a gennaio e in particolare a partire dal 7 gennaio quando invece il paese dovrebbe ripartire e milioni di persone si rimetteranno in moto tra la scuola e il lavoro. Anche perché  il problema dei trasposrti non è stato affatto risolto.

Sileri: gli errori di oggi possiamo ritrovarceli domani

E la preoccupazione, non solo per le scuole, è tanta. “E’ presto per dare anticipazioni” sulle eventuali nuove misure anti-Covid allo studio per Natale, “che verrebbero cavalcate e creerebbero sicuramente ulteriore scompiglio nella popolazione”. Ma “rimango della mia idea: l’impostazione che abbiamo oggi, in cui avremo spero tutte le regioni gialle per Natale, ma con le chiusure che sono state definite, con il blocco anche” degli spostamenti “fra i Comuni, rimane”. Bisogna mantenere una linea di rigore secondo il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri.

Ripartenza diluita da gennaio, anche con le scuole

Perché già così “il Natale di per sé, anche” festeggiato dentro i confini di uno “stesso Comune, porterà le famiglie a stare insieme e quindi è inevitabile che vi sarà una risalita dei contagi”. “Se sarà una risalita piccola sarà gestibile”, però se non lo sarà “ci troveremo con un nuovo picco – è convinto Sileri -. Picco che impedirà da gennaio di fare ciò che dobbiamo fare: riaprire le scuole, riaprire i ristoranti, consentire alle persone di andare a sciare, riprenderci la nostra vita”. “Fare tutto questo nel periodo natalizio è un rischio”, ammonisce, mentre “farlo in maniera diluita a partire dal 7, 8, 10 gennaio è possibile, a patto che i casi non siano 30-40mila come abbiamo osservato un mese fa”, osserva Sileri. “Non vedo perché dobbiamo andare incontro a una terza ondata”, chiosa il viceministro e medico.

D’Amato: andate troppo in giro… ma ce lo hanno consentito loro

Anche l’assesore regionale D’Amato è preoccupato. “Noi rischiamo grosso. Quello che facciamo di sbagliato oggi, ce lo ritroveremo tra due settimane. Lo shopping troppo frenetico di queste ore causerà in quei giorni un aumento dei positivi al Covid. E questo ci spingerà a prendere misure adeguate”. A sottolinearlo l’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato. Il quale però dimentica che la gente ha fatto quello che era consentito dal suo governo. L’appello di D’Amato è quello di “fare shopping in maniera intelligente, il che vuol dire senza dare vantaggi al Covid”. Secondo D’Amato c’è in giro “ancora troppo affollamento”. “Sono tutti giustamente preoccupati dalle necessità di celebrare le feste e della totale ripresa attività scolastica. Ma se non vengono gestite con cautela ci ritroveremo con una terza ondata”.

La Regione Lazio: siamo a mille casi al giorno, troppi

“Sbagliare una volta è umano, perseguire nello stesso sbaglio è diabolico. Io non vorrei che stessimo perseverando nell’errore commesso la scorsa estate”. Meglio chiudere a Natale? “Non parliamo soltanto di Natale. Se non ritorniamo nei ranghi, pregiudichiamo la riapertura il 7 gennaio delle scuole” e “non si possono rimettere in moto pezzi dell’economia, adesso fermi”. L’esperienza “ci insegna che l’ascesa dei contagi è molto rapida: a settembre, prima della seconda ondata, eravamo a 100 nuovi positivi al giorno poi all’improvviso siamo passati a 3mila al giorno. Ora siamo a mille casi al giorno e dobbiamo riportare il numero sotto soglia di guardia. A questi livelli una recrudescenza del Covid può travolgerci”, conclude.