Licenze ambulanti, volano gli stracci tra De Vito e il marito della Raggi

Volano gli stracci nel Movimento 5 Stelle a Roma. Oggetto del contendere, le licenze degli ambulanti regolari. Quelle che il testo del decreto Rilancio del luglio 2020 ha prorogato fino al 2032. E che invece la sindaca Raggi vuole rimettere subito a bando. Facendosi forte di un parere dell’Autorita’ garante per la concorrenza e per il mercato. Che avrebbe bacchettato la scelta governativa, rea di prorogare possibili situazioni di favore e di monopolio. Ma a fronte della scelta del Campidoglio, tutta la categoria del commercio su strada è letteralmente esplosa. Con manifestazioni in piazza e richiami ad osservare quanto prescrive la legge. Uno scontro a tutto campo insomma, anche perché in altri comuni italiani come Torino la proroga è stata fatta. Nonostante la presenza di un sindaco pentastellato come la Appendino.

E proprio sulla possibile disparità di trattamento tra ambulanti nelle diverse città italiane è intervenuto il presidente dell’Assemblea capitolina Marcello de Vito. Con una mozione, firmata anche dai capogruppo dell’opposizione. E votata all’unanimità dall’Aula di Giulio Cesare. Nel testo si richiede un confronto urgente con il ministro allo Sviluppo economico Giorgetti, per capire se la legge può essere applicata o meno a macchia di leopardo. E se un comune possa bypassarla con un semplice atto amministrativo. Mentre in realtà, per disapplicare una norma dello Stato, l’unico organismo competente dovrebbe semmai essere un giudice.

Gli ambulanti a Piazza Venezia. I mercati fuori dalla Bolkestein

Licenze, il marito della Raggi attacca De Vito. Ti dovresti vergognare

Lo stesso presidente del Consiglio comunale Marcello de Vito ha rivendicato su Facebook la sua mozione. Passata all’unanimità con i voti dei grillini e delle opposizioni. Per chiedere un incontro con Giorgetti, al Ministero dello Sviluppo economico. E stabilire una volta per tutte se la Bolkestein vada applicata o meno al commercio ambulante. E se sia possibile procedere sulle licenze a macchia di leopardo, senza tener conto della legge nazionale. Ma contro il presidente dell’Aula Giulio Cesare si è scagliato Andrea Severini, marito della sindaca Virginia Raggi. “Che tristezza” attacca in un primo commento Severini. Per poi incalzare De Vito: “Il tuo gioco politico è chiaro, io mi vergognerei”. Più pacata la risposta di De Vito: “Il Comune non può disapplicare la legge anche dove la ritenga illegittima. Il giudice puo’ farlo. Altrimenti avremmo applicazione di legge a macchia di leopardo: il caos amministrativo. La totale disparità di trattamento: ambulanti rinnovati a Torino, non a Roma. Dai è stata fatta una cavolata. Se ne esce meglio ammettendolo”. Ed ancora: “Non si possono colpire 12.000 persone: un errore politico, un errore giuridico”.

E ovviamente i commenti degli ambulanti premiano questa posizione. Amedeo invita Severini ad andarsi “a vedere i suoi compagnucci di partito con le magliette No Bolkestein oppure i video dei consigli comunali”. Agesilao, con poca diplomazia, commenta cosi’: “Tristezza siete voi che fate campagna elettorale sulla pelle degli ambulanti”. Donatella, infine, fa sapere di provare “la tristezza infinita per aver votato sua moglie”. E la battaglia continua.

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