Lo sfogo di Alemanno: “A destra non hanno ancora capito la gravità del problema giustizia”

Alemanno

“Da un lato sono sollevato, da un altro penso che questi sette anni non me li ridà nessuno”. Così Gianni Alemanno a Nicola Porro, su Rete 4. Un’intervista senza peli sulla lingua, nella quale l’ex sindaco di Roma si sfoga dopo l’assoluzione della Cassazione.

Il retroscena di Alemanno: “Avevo la valigia pronta per Rebibbia”

“Mi ero preparato la valigia, l’avevo messa nel portabagagli, se andava male andavo a Rebibbia. Quattro anni fa sono stato prosciolto dalla Procura per il reato di mafia, quindi archiviato. Ma prima ero finito su tutte le prime pagine del mondo: il sindaco della grande mafia capitale”.

Alemanno: “Io figlio di nessuno, mi è stato vicino solo Storace”

Ai microfoni di Rete 4, Alemanno racconta scene agghiaccianti: “Sette anni fa sono arrivati i carabinieri con le telecamere che riprendevano il carabiniere dei Ros mentre citofonava al mio campanello. All’inizio c’è stato il panico, mi sono ritrovato figlio di nessuno. Soltanto Francesco Storace con cui pure avevo litigato, mi venne a trovare”.

Ora è cambiato tutto. Chiamano persino gli avversari storici.  “L’altro giorno mi ha telefonato Ignazio Marino. Anche il sindaco Pd è stato travolto da quell’inchiesta. Un assessore di Marino è stato condannato a due anni”. Ma Alemanno precisa che l’artiglieria pesante è stata usata contro di lui.  “Contro il sindaco di destra, contro il sindaco collegato alla mafia. Il giorno in cui è caduta l’accusa di mafia, è caduto anche l’avviso di garanzia a Zingaretti, ma di quell’avviso di garanzia nessuno aveva scritto nulla”. Dagli uffici della Procura di Roma relativamente all’inchiesta sul segretario dem non era trapelato nulla. Che strana combinazione.

“Mattarella al Quirinale è sobbalzato quando mi ha visto” 


Il contesto, premette l’ex ministro del governo Berlusconi, è stato molto forte. “C’era il teorema fasciomafioso”. Come si resiste 7 anni così? Gli chiede Porro.  “In questi ultimi anni mi sono dedicato all’associazionismo con l’Asi con Claudio Barbaro. Per due anni non ho potuto parlare con nessuno. C’è rabbia, ma se questa cosa può accadere a me, può accadere a tutti. Tutti i sindaci sono terrorizzati. Ci sono bravi magistrati, ma ci sono anche magistrati che ragionano per schemi”.
Porro gli chiede: Alemanno mafioso è rimasto? “Ai piani alti sì – replica lui – quando una volta sono stato al Quirinale, il presidente Mattarella ha sobbalzato come se avesse visto un fantasma”.

Raggi è sindaco grazie ai magistrati e alla retorica dell’antipolitica

Qualche consiglio? Ai giornali e alla classe politica, soprattutto di destra. “I giornali – dice Alemanno – devono fare la loro parte, smettere di fare la retorica dell’antipolitica. Senza questa campagna, la Raggi non sarebbe mai diventato sindaco. Ecco perché spero nei referendum”. E poi un consiglio alla destra. “Riguardo al potere delle procure la destra è stata meno garantista rispetto a Forza Italia?”, chiede il giornalista. E qui Alemanno ammette: “Ai tempi di Craxi tiravamo le monetine. E quel modo l’abbiamo pagato caramente”.