Lupi alle porte di Roma, ormai è psicosi. Ma evitiamo la caccia alle streghe

Dopo i tanti avvistamenti di branchi di lupi che si sarebbero spinti fino alle porte di Roma, adesso rischia di esplodere una psicosi. Soprattutto tra chi abita isolato, in villette al confine del tessuto urbano. E tra allevatori e pastori. Che negli ultimi mesi hanno perso diversi capi di bestiame, soprattutto pecore. E che danno la colpa ai lupi senza esitazioni. I branchi si troverebbero all’interno del Parco di Veio, e sarebbero almeno due. Mentre un altro è stato segnalato alla Marcigliana, sempre in zona Roma nord. Ma i predatori sarebbero anche presenti a Castel di Leva, così come nella periferia est della Capitale. Quando si inizia a salire verso i castelli romani. E nei boschi vicino ai laghi di Anguillara e Bracciano. Insomma, una situazione nuova e potenzialmente pericolosa. Rispetto alla quale però si registrano posizioni anche molto differenti. Tra chi lancia l’allarme, e chi sostiene che si sta drammatizzando troppo. E che in fondo la colpa è sempre dell’uomo, che prima distrugge gli habitat naturali. E poi si accorge del danno creato all’ecosistema. Questa per esempio è la posizione espressa da Loredana Pronio, ex delegata della sindaca Raggi per i diritti degli animali. Ma anche cultori della materia, come il giornalista ed esperto di fauna e biologia Duccio Pedercini, invitano alla prudenza. E a non fare del terrorismo psicologico. Puntando su paure ancestrali che dovrebbero essere ormai superate.

Cinghiali alla Camilluccia, lupi a Casalotti: ormai Roma è uno zoosafari (video)

A Roma come in Balla coi Lupi. Allevatori in rivolta, ma gli esperti raccomandano, nessuna psicosi

A Roma come in Balla coi Lupi. Almeno a sentire i racconti degli allevatori. Che sono terrorizzati, e hanno subito rilevanti perdite economiche. Non pensavo fosse possibile una cosa simile, ha dichiarato al corriere.it Pietro Frasca. Proprietario del Vecchio Ovile al Lido dei Pini, con oltre 4000 capi di bestiame. Da marzo abbiamo perso oltre 60 pecore, e molte le abbiamo ritrovate ferite. Sono stati i lupi, senza dubbio. Sulla stessa lunghezza d’onda Paolo Delfini, 5000 pecore tra Dragoncello e Castel di Leva. Qualcosa nell’ecosistema si è rotto, ha dichiarato Delfini al Corriere. Certo, ci possono essere diverse responsabilità. Ma adesso Comune, Regione ed enti preposti devono fare qualcosa. Numerosi gli interventi dei Carabinieri e delle Guardie Zoofile, ma il fenomeno sembra ormai essere fuori controllo. È successo anche da noi, ha attaccato Fortunata Feliziani. Anche lei allevatrice insieme al marito, con 1400 capi nei pressi di Anguillara. Per finire con Luigi Novelli, allevatore a Le Rughe. Che denuncia 8 pecore sbranate, e diverse ferite.

Prima di dare la colpa ai lupi comunque, bisogna avere le prove. Perché gli incidenti al bestiame possono avvenire per le cause più varie. Tuttavia un dato è certo. Tra cinghiali, pecore e branchi di lupi sembra che su Roma sia calato un nuovo Medio Evo. Un altro segnale di decadenza della città, per un declino che è sempre più inaccettabile.

https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/20_dicembre_13/i-lupi-assediano-roma-mappa-fascia-nord-litorale-allevatore-anzio-non-dormo-piu-60-pecore-uccise-c0abb7f2-3d50-11eb-943e-95a1c9e91e01.shtml