Malagrotta, il day after. Aria irrespirabile e cittadini in rivolta

Il day after dopo lo spaventoso incendio di ieri a Malagrotta nasce ricco di preoccupazioni e polemiche. Partiamo innanzi tutto dal rogo. Scoppiato alle 17.40 di ieri pomeriggio, prima in prossimità del gassificatore mai entrato in funzione. Con le fiamme che poi però si sono propagate sul vicino TMB di proprietà della Giovi di Cerroni, oggi in amministrazione giudiziaria. Aggredendo la vasca di trattamento dei rifiuti. Materiale combustibile, che ha fatto da autentico detonatore alle fiamme. Scatenando l’inferno. Con oltre 60 Vigli del Fuoco impegnati tutta la notte. E il grave rischio di propagazione di diossina nell’aria, intanto diventata irrespirabile per tutta la Valle Galeria. Ieri sera, sul posto anche l’assessora Sabrina Alfonsi, mentre il sindaco di Fiumicino Montino ha raccomandato di seguire scrupolosamente le prescrizioni. Tenendo chiuse le finestre, e spenti i condizionatori. Visto che la nube nera si sta spostando proprio verso il mare. Chiusi per oggi asili nido, materne e centri estivi in tutto il quadrante interessato dal disastro. Così come la sede della Regione Lazio alla Pisana. Questa mattina, le fiamme erano parzialmente domate. E scongiurato il rischio che si propagassero ad altri manufatti. Ma ci vorranno giorni per spegnerle del tutto. Vista la natura e la quantità dei rifiuti andati a fuoco. L’Arpa ha garantito i primi risultati del monitoraggio il 24/48 ore, ma intanto cittadini e comitati sono in rivolta. E parlano di un disastro annunciato.

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Alcune decine di operai sono assiepati poco distante dall’ingresso dello stabilimento e sono stati rimandati a casa. Quando questa mattina – come ogni giorno – si sono recati a lavoro regolarmente alle sei. L’aria in tutto il quadrante è irrespirabile. Lungo via di Malagrotta e davanti all’impianto diversi esponenti dei comitati di zona che hanno passato, a turno, la notte sul luogo. Decine le automobili. «Le preoccupazioni le abbiamo espresse da decine di anni. Combattiamo per ridare dignità a questo territorio, dopo aver ospitato la discarica, che ancora ospitiamo. Qui vicino ci sono pascoli, orti e allevamenti. È un disastro ambientale preannunciato e che non ci aspettavamo così catastrofico», ha spiegato Emanuela D’Antoni del comitato Valle Galeria Libera.

“Stavamo da un anno e mezzo chiedendo al Municipio XII e all’assessorato all’ambiente capitolino di mettere, con l’Arpa, un monitoraggio temporaneo della aria. Il Municipio ha detto che non ha i 400 euro per finanziare l’allaccio elettrico», ha aggiunto Massimo Prudente, presidente dello stesso comitato. «Ancora si permettono di proporre il biodigestore di Casal Selce qua vicino», ha aggiunto un residente. Alle 8 circa è previsto un raduno dei comitati della zona sul posto. A quanto si apprende dai residenti fino alle due del mattino sono state presenti le autorità e i rappresentanti istituzionali per le verifiche.

Un disastro ambientale e il dramma dei rifiuti

Si può parlare di un vero e proprio disastro ambientale. Causato dall’incendio di ieri al TMB di Malagrotta. La Asl competente ha disposto la chiusura delle finestre e lo stop ai condizionatori per un’area di 6 chilometri dal rogo. Interdette le attività ludiche e all’aperto. Ma il tema della diossina potrebbe riguardare anche la filiera agroalimentare del maccarese. Terreni ricchi di coltivazioni, ma anche di allevamenti. Tutte cose da verificare, ma l’allarme è tanto. Per non parlare del ciclo dei rifiuti. Che già zoppicava, con la città sporca e i cassonetti strapieni. Adesso, senza l’impianto di Malagrotta, mancheranno all’appello 200 mila tonnellate di spazzatura da trattare. Che dovranno essere assegnate ad altri, con provvedimenti d’urgenza. E costi alti. Non solo ambientali, ma anche in bolletta. Una mezza catastrofe insomma. Mentre ora gli inquirenti dovranno capire come tutto questo sia stato possibile. E se le cause dello spaventoso rogo siano accidentali. O se si possa sospettare una origine dolosa. Troppo presto per dirlo. Intanto si contano i danni e restano le macerie.