Giannini non è di destra e nessuno lo farà dimettere da La Stampa

Mica è di destra Massimo Giannini, gli sarebbe capitato il triste destino di dover rassegnare le dimissioni al suo editore. Perché è davvero imperdonabile la patacca rifilata ai suoi lettori su chi spara missili e chi no tra russo e ucraini e che 7colli ha documentato prima.
Siccome non è di destra, Giannini si è potuto accomodare nel salotto della Gruber a sentenziare che la disinformazione mica la fa La Stampa, bensì la Russia.

Se Giannini fosse stato di destra …
Ma una volta che si scopre che la prima pagina di uno dei grandi giornali italiani ha spacciato una clamorosa balla ai suoi lettori ed è stata svergognata pure dai russi, non succede nulla.
Si può sussurrare che è qualcosa di indecente quello che La Stampa ha pubblicato? L’Ordine dei Giornalisti ovviamente non dirà nulla. Chissà se si sveglierà il Comitato di redazione del quotidiano, visto che la mala figura si abbatte sull’intero corpo redazionale.
Non succederà nulla
No, probabilmente non accadrà nulla come sempre capita quando ad essere ferito è l’apparato giornalistico di regime, quello pronto a bastonare le pulci dei nemici senza accorgersi delle travi che gli si abbattono in casa.
Tutto questo non cambia di una virgola la gravità dell’azione bellica ordinata da Vladimir Putin a danno dell’Ucraina. Ma non c’è bisogno di menzogne sparate in prima pagina.
Anche perché se poi la diffusione della testata è in tutto il globo terrestre a rimetterci è quel residuo di reputazione che ancora può avere qualche anfratto del giornalismo italiano.
Quando uno la fa fuori dal vaso, come minimo ci si aspetta che sia pronto a scusarmi. Rimbalzare su Mosca una palese falsità pubblicata dal suo giornale non fa onore ad una professione che tra i suoi compiti ha anche quello di aiutare il lettore a capire che cosa è la verità dei fatti e che cosa non lo è.
Una missione clamorosamente fallita.