Condannate Salvini è l’ordine e si nascondono le prove a difesa

Salvini prove

Uno schifo se è vero: prove nascoste nel processo a Matteo Salvini per smontarne la difesa. Siamo all’occultamento della verità, la giustizia ad uso politico. Vedremo quanti giornali stamane daranno spazio ad una notizia che è incredibile per chi si sforza di credere ancora nel diritto.

Si dirà: non è una novità l’uso della giustizia a scopi politici. Vero, se analizziamo persino a come si è giunti al processo Open Arms, a colpi di maggioranza parlamentare. E già questo fu uno scandalo. Il Senato della Repubblica di trasformato in plotone di esecuzione contro un avversario politico.

Chi nasconde le prove a favore di Salvini?

Ma poi, quello che sta succedendo nell’aula di Palermo dove – incredibilmente – si celebra il rito deve essere portato a conoscenza di tutti. Quel ministro dell’Interno di allora può stare anche antipatico ai suoi avversari politici, ma puntare a condannarlo distruggendo le prove a sua difesa fa indignare. È la morte del diritto. È toga rossa.

L’avvocato Giulia Bongiorno, che difende Salvini, è una professionista scrupolosa e non spende parole a caso: non fa propaganda sui processi che sostiene come difensore. Ma anche per lei si è probabilmente oltrepassato ogni limite possibile.

Ebbene, la notizia che si sarebbe rinvenuto un video – finora occultato – che dimostrerebbe che non c’era alcuno stato di pericolo per l’Open Arms e i suoi passeggeri, è allarmante. Perché non è stato inserito nel fascicolo processuale?

Il leader della Lega rischia 15 anni di galera

La Bongiorno chiederà di acquisirlo agli atti del dibattimento, ma quel che è grave è che non se ne sapesse alcunché. È questa la giustizia, signori del Parlamento e della magistratura?

Se tutto questo fosse stato tenuto nascosto per evitare di far emergere le anomalie dei “soccorsi” delle Ong che scorrazzano nel Mediterraneo sarebbe semplicemente incivile.

Salvini è accusato di reati per i quali rischia quindici anni di galera. Ed è intollerabile il tentativo di annullare le garanzie che devono  anche per il leader della Lega.