Forza Matteo Salvini, i rubli di Mosca erano quelli per il PCI!
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Forza Matteo, che anche le infamie sui rubli di Mosca precipitano per la loro inconsistenza. Per quanto tempo Salvini – mai indagato – è stato linciato su quattrini inesistenti e che semmai riguardavano l’antico Pci? E quanti voti è costata questa roba…
Ebbene, la Procura di Milano pare aver finalmente detto basta ad una persecuzione. I fondi russi alla Lega non esistono, si archivi la pratica, dicono al palazzo di giustizia milanese.
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Ma quali rubli per Matteo Salvini…
Da oggi in poi, la sinistra che ha tanto speculato su vicende mai verificatesi, farebbe bene a volgere piuttosto lo sguardo su quel che emerge dal Qatargate: lì, i soldoni nelle valigione si sono trovati eccome, ma a lorsignori pare dar fastidio essere costretti a parlarne, altro che rubli a Matteo Salvini…
Il segretario della Lega è stato diffamato oltre ogni misura, al solo scopo di tentare di tappargli la bocca politicamente. È un copione che va avanti da tempo e che ora riguarda persino il processo di Palermo dove rischia 15 anni di galera non per quattrini mai presi, bensì per aver difeso i confini nazionali.
Fine di una fandonia contro la Lega
Non solo Salvini, dunque, ma tutta la Lega estranea al presunto reato partito da Mosca. La procura di Milano, dopo 3 anni e mezzo di indagini, ha chiesto infatti anche l’archiviazione per Gianluca Savoini, fondatore dell’associazione Lombardia-Russia. E per l’avvocato d’affari Gianluca Meranda e l’ex bancario Francesco Vannucci – indagati per corruzione internazionale – per l’affare russo dell’hotel Metropol.
Crolla così un teorema ordito solo per far male al partito di Salvini, su cui si è fantastico su una cifra iperbolica come 65 milioni di euro da far arrivare a via Bellerio.
Pezzi di frasi su cui gli inquirenti hanno indagato invano per anni, perché ci vogliono prove per inquisire e condannare qualcuno. Contro la Lega si presumeva di poterlo fare a prescindere.
Ma questa volta – e ne va dato atto alla Procura – non c’era alcun elemento che potesse far emergere responsabilità concrete del partito e del suo leader. E finisce un’altra tortura per Salvini.