Balle a raffica contro il rientro in corsia dei medici non vaccinati

Medici non vaccinati

Confesso di essermi vaccinato tre volte, di essermi beccato il Covid  a luglio e pure altro: ma davvero mi sfugge il senso della polemica sui medici non vaccinati.

I decreti che si sono succeduti con i governi precedenti – da Conte a Draghi – non hanno previsto la galera per i medici non vaccinati; bensì la sospensione da lavoro e stipendio. Il che non equivaleva certo ad una passeggiata di salute.

Tornano i medici non vaccinati

Eppure, si strilla perché il governo di centrodestra ha stabilito che adesso essi possono rientrare in corsia. Non dovrebbe essere una gran notizia: per il governo Draghi il ritorno in ospedale coincideva col primo gennaio prossimo. Due mesi di differenza: tutta qui la paura?

Quei quattromila medici di nuovo a curare i malati servono al sistema sanitario. Averli a disposizione due mesi prima del previsto aiuta probabilmente a curare tutte quelle patologie trascurate in due anni terribili.

La polemica sul tema mi pare abbastanza scema. Persino si arriva a rivendicare il diritto a scegliersi il medico con interrogatorio, “scusi, lei è vaccinato o no?”. In un Paese di allenatori della Nazionale siamo diventati tutti specialisti della sanità. Quasi che sia il malato a dover curare il dottore.

Hanno ragione Meloni e Schillaci

Tre questioni poste da Daniele Capezzone le faccio mie. Ad esempio non mi passerebbe mai per la testa di chiedere le sue preferenze sessuali al medico che ho di fronte. Ne’ se è mai stato sieropositivo. E neanche l’esibizione delle sue cartelle cliniche personali.

Chi polemizza lo fa tanto per farlo: come la storia che sarebbero state tolte le mascherine in ospedale e nelle Rsa. Altra balla, tanto per far male a chi ha vinto le elezioni.

Il governo Meloni ha assunto un atteggiamento serio e ne va dato atto anche al nuovo ministro della Salute, Schillaci. Il suo predecessore sognava di rinchiuderci tutti (e per un periodo lo ha pure fatto).