Monti (a sorpresa) promuove Meloni: “Voto 8 e mezzo. Sul Pnrr Conte ha la sbagliato trattativa”

Mario Monti

Il voto al Governo Meloni è ”molto migliore del previsto, da me e non solo. Diciamo un otto e mezzo su due materie, che sono disciplina nell’uso dei soldi pubblici e partecipazione consapevole all’Europa. Su fiscalità e riforma fiscale invece gli do quattro, anzi quattro ‘col rigo sotto’, come diceva un mio professore, cioè meno di quattro”. Così l’ex premier e senatore a vita Mario Monti, ospite su Radiouno Rai di Un giorno da pecora.

Pnrr “e’ un nome che non mi piace, ma non credo che sia la cosa peggiore” e si schermisce precisando che “non sono nella stanza dei bottoni, e non credo ce ne sia una equipaggiata”, dice ancora Monti, spiegando che “i segnali che vengono detti candidamente dalle autorita’ sono di preoccupazione. D’altra parte, l’Italia non e’ mai stata tra i Paesi in grado di utilizzare meglio i fondi europei”. “Credo sia stato un errore essersi precipitati a chiedere tutto all’Europa”, ragiona l’ex presidente del Consiglio.

Monti sul Pnrr: l’ingordigia di Conte è un problema

“E’ stato un successo in quella fase storica per la Merkel e per il governo Conte II l’aver ottenuto cosi’ tanto rispetto agli altri” ma a chi gli chiede se dovevamo prendere piu’ soldi in donazione e meno in prestiti, Monti rileva che “si’, e’ corretto, anche perche’ saliranno i tassi d’interesse”. E se non si rispettassero i tempi? “Se cosi’ fosse – dice il senatore a vita – credo che il governo debba fare una valutazione difficile. E’ meglio all’ultimo far vedere che non siete stati capaci di spendere tutto, oppure – prosegue – la presidente Meloni dovrebbe dire ‘Siamo qui da poco, avete visto con ‘Fratelli d’Europa’ che ho dato prova di grande responsabilità finanziaria europea. Ho riflettuto molto su questo argomento e rinuncio a X,Y, Z della parte a prestito perche’ potrebbero venire altri tempi e altre modalita’ di finanziamento e voglio dare un segno di responsabilita””. “Non si perderebbe la faccia – osserva ancora l’ex Commissario europeo – e comunque la si perderebbe molto meno che avendo cercato di restare sulla linea dell’ingordigia incapace fino alla fine”.