Oggi Google ci chiude le radio, domani i conti correnti. Intervenire subito (video)

google radio radio (2)

Google colpisce ancora, stavolta una radio prestigiosa. Ieri Facebook, oggi Youtube. I padroni del web, le multinazionali possono chiudere improvvisamente quanto arbitrariamente radio, pagine, profili, senza che nessuno possa fare nulla. Facebook ha chiuso migliaia e migliaia di pagine, salvo poi essere costretti a riaprirle dai tribunali. Ieri la chiusura di Radio Radio, emittente in concessione con le carte in regola, da parte di Youtube. Ma ci hanno sbattuto il muso e la hanno dovuta riaprire. Ma non è normale ed è pericolosissimo. La vicenda è gravissima, perché è un attentato lala libertà di tutti noi. Ecco cosa è successo.

L’editore di Radio Radio furibondo

“Con un’email infamante, indirizzata direttamente al sottoscritto, YouTube ha sospeso ieri il nostro account accusandoci di ripetute o gravi violazioni delle nostre norme della community, per l’esattezza ‘video contenenti minorenni in situazioni sessualmente allusive’, ma oggi per fortuna è stato ripristinato”. Così l’editore di Radio Radio Tv Fabio Duranti racconta l’incredibile vicenda che ha riguardato l’emittente, ieri oscurata da Google con un’accusa non proprio leggera. “Non abbiamo mai violato il codice penale, non è mai accaduto in 42 anni, è una calunnia gravissima”, tuona l’editore dopo essersi visto chiudere all’improvviso il canale perché “per il team di Youtube, la sicurezza dei minorenni è una questione di primaria importanza”.

Regolamentare subito la questione

“Siamo una struttura concessionaria pubblica, non abbiamo mai ricevuto querele, sanzioni, mai – spiega Duranti -. Che YouTube si sbagliasse era evidente, ci potrebbe essere stato un attacco hacker che ha fatto scattare un automatismo. Ma il problema che va regolamentato, e di cui io parlo da anni, è decidere se YouTube sia un provider o un editor. Perché se è un editor ci deve riconoscere dei profitti, se è un provider non è responsabile di ciò che io dico”. Poi è arrivata dunque la riapertura del canale dopo che YouTube non ha rilevato violazioni della community e “dopo due milioni di persone che sono ribellate”, ma Duranti non ha intenzione di lasciar correre.

Oggi Radio Radio, domani a chi toccherà?

“Neanche una scusa, dopo averci dato dei criminali ieri, solo una comunicazione. Ma da dove deriva questa accusa? Questo ritengo che debba essere un tema importante, che ieri ha riguardato Radio Radio ma domani riguarderà qualcun altro, che non ha come noi le spalle larghe e la possibilità di dimostrare le fantasie di questi giganti della rete che sono ormai padroni di tutto. Quanta gente non ha la stessa possibilità che abbiamo noi e che Google oscura e cancella?”. L’idea è dunque quella, a seguito di questa disavventura, di “chiedere al governo e anche all’ambasciatore degli Stati Uniti un incontro per chiedere come sia possibile che questi colossi americani vengano qui a imporre le loro regole pagando le tasse in un paradiso fiscale e monopolizzando l’ascolto audio-video in rete”, conclude l’editore.