Oggi si vedono Draghi e Conte. Ma che hanno da dirsi ancora?

Il grande giorno è arrivato. Dopo veleni, silenzi e scissioni. In casa pentastellata, con l’addio di Luigi di Maio. Oggi pomeriggio alle 16.30, ci sarà finalmente il faccia a faccia tra Draghi e Conte. Ma la domanda è, cosa avranno ancora da dirsi? Da Palazzo Chigi hanno fatto già sapere, massimo rispetto e interesse per il colloquio. Ma l’agenda di governo non cambia. A cominciare dal decreto Aiuti. E dal supporto anche con armi e dotazioni militari all’Ucraina. Come se non bastasse però, i punti di attrito sono anche altri. Sull’energia ad esempio. Dove i 5 Stelle insistono sulle rinnovabili senza se’ e senza ma. Mentre l’Italia si è battuta per inserire anche il gas nelle cosiddette fonti di transizione. E poi c’è sempre il reddito di cittadinanza. Che pesa sui conti pubblici come un macigno. Ma guai a parlare di toccarlo. Si rischia la crisi. Tante le divergenze insomma. Forse troppe. Anche perché, questo esecutivo è probabilmente il più filo atlantico nella storia della Repubblica. Mentre il governo Conte I, strizzava l’occhio a Cina e Russia. Insomma, perché Conte e Draghi stanno ancora insieme? È in gioco la salvezza dell’Italia, o qualche centinaio di poltrone? Ognuno può trarre le sue conclusioni.

Conte convoca il Consiglio nazionale prima di vedere il premier
L’agenda di domani del capo del M5S Conte è fitta di impegni. Infatti alle 13, l’ex premier ha convocato il Consiglio nazionale dei pentastellati. Mentre alle 16.30, ci sarà l’incontro con Draghi. E poi, la successiva riunione dei gruppi parlamentari grillini. Una vetrina politica ghiotta, non c’è dubbio. Ma il rischio concreto è che si tratti di tanto rumore per nulla. Infatti, il collante delle poltrone sembra più forte di ogni altro ragionamento. O stimolo politico. E verosimilmente, si troverà un accordicchio. Per campare – politicamente – ancora qualche altro mese. A meno di sorprese clamorose, che portino a staccare la spina dell’esecutivo prima dell’estate. Potrebbe essere un gesto di dignità e coerenza, certo. Ma in pochi se lo aspettano. Mentre in autunno, tra guerra e caro energia, saranno come sempre gli italiani a pagare il prezzo di giochini politici sempre più incomprensibili.