Omicidio Mollicone, finalmente a giudizio i tre carabinieri

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Omicidio Mollicone, tutti a giudizio. Era ora. Dopo 19 anni tra indagini, colpi di scena e archiviazioni, andranno a processo i cinque imputati per l’omicidio di Serena Mollicone, la 18enne di Arce assassinata nel 2001. Davanti alla Corte d’Assise il prossimo 15 gennaio ci saranno l’ex maresciallo dei carabinieri, all’epoca del delitto comandante della stazione di Arce, il figlio Marco, la moglie Annamaria e il maresciallo Vincenzo Quatrale, che sono accusati di concorso nell’omicidio. Quatrale, inoltre, è accusato di istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi mentre l’appuntato Francesco Suprano dovrà rispondere di favoreggiamento. L’Arma dei carabinieri è parte civile nel processo.

Serena Mollicone scomparve il 1° giugno 2001

Serena Mollicone scompare la mattina del 1 giugno 2001. Esce presto di casa per andare all’ospedale di Sora e non fa più ritorno a casa. L’ultima volta che fu vista viva stava entrando alla caserma dei carabinieri di Arce. All’ora di pranzo il padre, Guglielmo Mollicone, maestro elementare e titolare di una cartoleria ad Arce, inizia a preoccuparsi e nel pomeriggio ne denuncia la scomparsa ai carabinieri. Cominciano le ricerche e pochi giorni dopo il corpo della ragazza viene trovato vicino a un mucchio di rifiuti in un boschetto all’Anitrella. Serena ha mani e piedi legati da nastro adesivo e fil di ferro e un sacchetto in testa. Il padre Guglielmo distrutto dal dolore non si è mai perso d’animo e fino alla sua morte, avvenuta il 31 maggio scorso, non ha mai smesso di lottare per arrivare alla verità.

Il papà Guglielmo si è battuto fino alla fine

Spetterà ora al processo fare luce sulle ultime ore della vita di Serena. “Siamo soddisfatti, abbiamo ottenuto quello che avevamo chiesto, che è il massimo che potevamo ottenere. Lo dice all’Adnkronos l’avvocato Dario De Santis, legale della famiglia Mollicone. Un pensiero forte va a Gugliemo, se fosse stato vivo avrebbe vissuto anche lui questa soddisfazione. Questo risultato è stato raggiunto anche grazie al suo coraggio e alla sua perseveranza”. Ieri in aula a Cassino alla lettura della decisione del gup, arrivata al termine di una fase preliminare durata otto mesi, erano presenti solo tre dei cinque imputati. C’erano l’ex maresciallo dei carabinieri Franco Mottola, il maresciallo Vincenzo Quatrale e l’appuntato Francesco Suprano, insieme ai loro avvocati.

La difesa: faremo valere le nostre ragioni

“Siamo consapevoli delle nostre ragioni e le faremo valere – ha detto Francesco Germani, difensore della famiglia Mottola -. Il maresciallo è innocente, si è detto tranquillo e affronterà serenamente il processo. Sono 10 anni che lui e la sua famiglia sono nel tritacarne mediatico, hanno affrontato questa situazione con una forza d’animo encomiabile e sono convinti che prima o poi la verità verrà fuori – ha aggiunto l’avvocato -. Quello che stanno vivendo è un macigno che non auguro nemmeno al mio peggior nemico. Non è degno di un Paese civile che si debbano aspettare 10 anni per un processo”. Però Serena di anni ne ha aspettati 19.

Anche il primo accusato presente all’udienza

Non è la prima volta che si celebra un processo sull’omicidio Mollicone. Il 14 gennaio 2004 davanti alla Corte d’Assise di Cassino a rispondere dell’accusa di omicidio c’era Carmine Belli, il carrozziere che all’epoca venne considerato l’autore del delitto. “Spero che chi ancora aveva qualche dubbio nei miei confronti adesso si sia convinto della mia innocenza – dice Belli. Che oggi ha voluto presenziare in Tribunale per assistere al verdetto. Ancora dopo tanti anni la gente mi guarda strano. A me, senza nessuna prova, fecero fare un anno e sette mesi di carcere”. Belli, arrestato e processato con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere, venne assolto dalla Cassazione nel 2006. “All’epoca c’era anche Mottola che faceva l’indagine, mi interrogava e mi chiamava”, ricorda Belli. “Adesso la giustizia farà il suo corso. Sono sicuro che il padre di Serena, dal cielo abbia visto anche lui”.