Open Arms, si sfaldano le accuse. Salvini: “È solo un vergognoso processo politico”


È terminata ieri, a notte inoltrata, dopo oltre dodici ore l’udienza fiume del processo Open Arms a carico di Matteo Salvini, imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per avere lasciato sulla nave spagnola della ong Open Arms 147 migranti nell’agosto del 2019. Il processo è stato rinviato al prossimo 13 maggio.

Open Arms, Salvini: “Tredici ore in aula per un processo politico”

“Permettetemi di essere soddisfatto perché chi ha testimoniato ha chiarito il fatto che questi, alla faccia di tutto e di tutti avevano deciso di fare battaglia in direzione Italia. Con tutti i problemi che sta vivendo il nostro paese passare una giornata intera di lavoro nel tribunale dove vengono processati i Mafiosi è vergognoso, dal mio punto di vista. Stare tredici ore in aula per un processo politico è abbastanza bizzarro…””. Lo ha detto Matteo Salvini uscendo dal bunker di Palermo dopo l’udienza fiume di oggi al processo Open Arms.

Bongiorno: “Un’udienza importante, volevano sbarcare in Italia”

“Credo che oggi sia una giornata importante perché il teste che è stato sentito (Marc Creus ndr) è il teste che per l’accusa è la prova più importante, il comandante della nave Open Arms. Ed è emersa in tutta la sua chiarezza quella che è l’assoluta collaborazione da parte dell’Italia e il rifiuto reiterato da parte del comandante di redistribuire parte dei migranti a Malta, di andare in Spagna, di accettare l’aiuto di imbarcazioni italiane”. Lo ha detto l’avvocata Giulia Bongiorno al termine dell’udienza fiume del processo Open Arms a carico di Matteo Salvini. “Siccome l’accusa è di sequestro di persona, credo che sia stata smontata dallo stesso comandante, nel momento in cui ha preso atto che ci sono documenti da cui risulta che ci sono state delle sue scelte, dall’1 al 20 agosto ha fatto restare i migranti sulla sua barca per delle scelte che ha fatto in assoluta autonomia”, ha aggiunto.