Oseghale, orrenda provocazione alla mamma di Pamela: il video della vergogna

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“In aula Oseghale, al momento di uscire, ho avuto la sensazione che ha cercato lo scontro fisico con Alessandra, era molto nervoso, indicativo della sua indole”. Lo dice all’Adnkronos Marco Valerio Verni, avvocato e fratello di Alessandra Verni, la mamma di Pamela Mastropietro, uccisa e fatta a pezzi a Macerata nel gennaio di cinque anni fa.

Il video di Oseghale postato dalla mamma di Pamela su Facebook

“Ma i gesti che fa Oseghale sono minacce verso di noi o messaggi in codice per i suoi complici e chi lo/li protegge?”, chiede la mamma di Pamela nel suo post su Facebook condividendo il video di Oseghale che rivolto a lei fa dei movimenti con la mano inquietanti.

A sfiorare lo scontro con l’assassino è stata la mamma della ragazza, Alessandra Verni che indossava una maglietta con l’immagine del cadavere della ragazza. Oseghale ha parlato di “oppressione giudiziaria” e la mamma di Pamela ha urlato: “Dimmi cosa vuoi”. I due sono stati allontanati. Ai giornalisti Alessandra Verni, mostrando le foto della figlia, aveva detto: “Visto come me l’hanno ridotta. Mi auguro che il processo faccia il giusto corso”.

Oseghale potrebbe avere una riduzione di pena

“Siamo amareggiati perché a nostro avviso non dovevamo arrivare a questo appello bis, di cui non ha responsabilità né la Corte né la Procura generale di Perugia. Mettere ancora in discussione la violenza sessuale, dopo che due Corti nel merito l’avevano dichiarata sussistente dopo un attento vaglio di tutte le prove acquisite, è clamoroso – continua – Non dobbiamo mai scordare di quello che è successo a Pamela, uccisa a coltellate, divisa in parti, decapitata, scuoiata, esanguata, scarnificata, asportata di tutti i suoi organi interni, lavata con la candeggina con particolare cura addirittura dentro la cervice uterina, per cosa, se non per nascondere la violenza sessuale? Come si fa a dubitarne? Invece di andare avanti nella ricerca di eventuali complici di Oseghale, sembra si vada indietro a mettere in discussione qualcosa che due Corti avevano accertato essere accaduto, la violenza sessuale movente dell’omicidio”.