Ostia Mare per la terza stagione a porte chiuse. Il presidente Di Paolo: “Mi sento truffato”

Roberto di Paolo, Ostiamare

La società dell’Ostia Mare è da un anno e mezzo senza stadio e inizierà il suo terzo campionato senza poter contare sui suoi tifosi. La clamorosa situazione che è praticamente senza precedenti nel mondo del calcio, è finita anche sulle pagine del Tempo. Il quotidiano romano ha ricostruito nel dettaglio l’incredibile vicenda.

Una vicenda seguita dalla prima ora da 7Colli

La situazione, che 7Colli ha documentato sin dall’inizio, ha avuto inizio nel gennaio dello scorso anno e vede tanti tifosi costretti ad assistere alle partite dal parcheggio dello stadio Anco Marzio per colpa di autorizzazioni che non arrivano, che hanno portano allo smontaggio della tribuna e alla chiusura di un bar. «L’idea che ci siamo fatti è che si tratti di un dispetto politico – commentano alcuni tifosi con Massimiliano Gobbi del Tempo – Quello che sta succedendo è una cosa assurda, in questo modo si danneggia lo sport, ma anche tutto il quartiere costretto a non vedere la squadra sul proprio campo di gioco da più di tre anni a causa della pandemia prima, e poi per l’inagibilità delle tribune. Da quel momento non siamo più rientrati e tutto questo è vergognoso». Problemi iniziati a febbraio 2022 quando dopo una settimana dal cambio di proprietà, la struttura, dopo quindici anni di attività è diventata «irregolare».

Le irregolarità scoperte dopo il passaggio di proprietà dell’Ostia Mare

A denunciare tale situazione, Roberto Di Paolo, attuale presidente dell’Ostia Mare. «Come proprietario e tifoso mi sento truffato – dichiara Di Paolo – La vecchia gestione ha giocato per quindici anni in quella struttura senza che nessuno dicesse niente, appena sono subentrato io, non c’erano più le autorizzazioni pertanto sono stato costretto a mettere dei legali per difendermi. Fin da subito ho scritto al Comune di Roma per trovare una soluzione, ma ad oggi la situazione non si sblocca e non ne comprendo il motivo». «Appena ho chiuso l’accordo con la vecchia proprietà- aggiunge il neopresidente- il 28 gennaio alle 18 il Comune mi ha convocato per verificare lo stato dei luoghi. Chiedemmo il differimento di 30 giorni, poiché eravamo appena entrati in società ma per gli agenti della polizia locale l’autorizzazione per il «pubblico spettacolo» non c’era pertanto non abbiamo più potuto far entrare i tifosi».

Di Paolo si è detto disposto a stendere un cronoprogramma di tre anni per risolvere le problematiche lasciate dalla precedente proprietà, ma la sua proposta è caduta nel vuoto negli uffici municipali. La nuova stagione inizia così con uno stadio chiuso al pubblico, tifosi infuriati con un presidente che, ormai esasperato, potrebbe ritirare la squadra dal campionato. Una eventualità che, purtroppo, potrebbe diventare realtà se dal Municipio X non arriveranno risposte immediate.