Paragone presenta i candidati di Italexit: “Puntiamo al 5%, Draghi è incappucciato della finanza” (video)

Italexit, Paragone

“Superare la soglia di sbarramento è già il risultato ideale, poi se fantasticare si può ancora ed è lecito cerchiamo di arrivare a un 4-5%. Una democrazia sana è una democrazia capace di tollerare il dissenso avere un buon cane da guardia dentro il Parlamento è un ottimo esercizio per un Parlamento che sarà ridotto (nei numeri, ndr) e per un Paese che sembra tarato al non disturbate il manovratore”. Lo ha detto a Milano il leader di Italexit, Gianluigi Paragone a margine della presentazione dei candidati alle politiche del 25 settembre prossimo.

“Sono assolutamente convinto di superare la soglia di sbarramento, vedo l’entusiasmo che stiamo generando in giro per l’Italia, i sondaggi ci dicono che il trend è in crescita, abbiamo ancora un po’ di tempo per spiegare ai cittadini che dalle bollette del gas al vaccino, dal lockdown all’agenda Draghi, tutto è già scritto e andrà avanti esattamente come prima. Governavano insieme, è naturale che dopo il voto, dopo questa finzione, continueranno a governare come prima e se non è Draghi ci sarà un pilota automatico” attacca Paragone.

E ancora: “La campagna elettorale è iniziata all’insegna delle bugie del centrodestra e del centrosinistra che non vogliono raccontare agli italiani come stanno le cose: finita la gara elettorale dal 26 settembre riprenderà l’agenda Draghi, la quarta dose e il green pass sanitario, si tornerà a parlare di lockdown magari energetico, però tutto questo né il centrodestra né il centrosinistra né il Movimento Cinquestelle lo vogliono dire agli italiani. L’unico modo per fermare questo capitolo già scritto è votarci”.

L’elettorato a cui Italexit guarda è quello “che si ritiene ancora sovrano: un popolo che sa di avere diritti, oltre che doveri, e libertà a cui non vuole rinunciare”, ma nessuna ambizione a sostituire il M5S, ma “a interpretare quel disagio che c’è nel Paese” spiega. “Quando il vecchio Movimento Cinquestelle prese il 33 per cento vuol dire che c’era un pezzo di Paese che era in sofferenza e chiedeva di rompere il solito schema. Qual è invece il successo di Conte? Aver salvato i Benetton. Conte è l’uomo che non ha revocato le concessioni autostradali ai Benetton, è quello che ha dato i soldi alla famiglia Elkann e Fca per fare le mascherine da distribuire nelle scuole, Conte è quello che si è inventato Arcuri, supercommissario a tutto. Sono tutti parte della stessa commedia, una commedia tragica di cui gli italiani stanno pagando il prezzo”, sottolinea l’ex leghista e grillino.

“Non sono abitato a guardare i continui andirivieni di Calenda e Renzi, sono due attori del copione draghiano. A me Draghi sembra soltanto un buon incappucciato della finanza, incapace di leggere e interpretare ciò che accade nel mondo delle imprese” conclude il fondatore di Italexit.