Quelle bombe a via Sommacampagna e al Secolo d’Italia. Rampelli: “Compagni non sapete perdere, fermatevi”

anni di piombo

Certo, la storia di via Sommacampagna è solo l’ultima di una serie di provocazioni della sinistra. Un tempo neanche osavano avvicinarsi a via Sommacampagna e zone limitrofe. Per assaltarla dovevano venire i cortei dall’università e i violenti di via del Volsci, ma anche allora venivano respinti dagli attivisti. Si limitavano a passare per via San Martino della Battaglia latrando insulti. Ma nel 1980 esagerarono: non essendo mai riusciti a violare la sede della federazione provinciale del Fronte della Gioventù a Sommacampagna nei dieci anni precedenti, agirono da terroristi. Si infilarono dal liceo Benedetto Croce, retrostante, all’epoca quasi tutto di estrema sinistra, e depositarono in uno sgabuzzino del Fronte una pentola a pressione con otto chili di tritolo, perfettamente innescata con un timer.

Metodi gappisti contro i dissenzienti

Non esageriamo dicendo che se fosse esplosa sarebbe venuto giù il palazzo e i morti sarebbero stati parecchi. Era il 9 marzo e fu rivendicato dai Compagni organizzati in Volante Rossa, gli stessi che il 12 avrebbero assassinato Angelo Mancia con modalità gappiste davanti a casa sua. I ragazzi si salvarono solo perché stavano cercando pennelli e colla nello sgabuzzino. Gli artificieri disinnescarono la bomba pochi minuti prima che esplodesse. Erano giorni di guerra totale contro i missini, innescata dall’omicidio di Valerio Verbano, studente di sinistra del liceo Archimede a Monte Sacro. Accoltellamenti, aggressioni, sprangate, bombe alle sezioni del Msi in tutta la città.

Dai comunisti bombe quotidiane contro chi non la pensava come loro

Due bombe, il 7 marzo, erano state poste anche al Secolo d’Italia, il quotidiano missino. Il metodo era terrorista: una esplose, causando danni e due feriti gravi, l’altra sarebbe dovuta eplodere una volta accorsi i soccorritori, ma non esplose. Va detto che anche in quei casi difficilmente i giornali di regime ne parlarono, esattamente così come sta capitando adesso. Quello che accade a quelli di destra non va riferito al pubblico. La sinistra, da sempre padrona dei media, addirittura nega che le aggressioni siano mai avvenute, nonostante le testimonianze, anche della questura, e i referti ospedalieri. Ma loro sono fatti così. A questa deriva si aggiunge che oggi la sinistra è più che mai avvelentata perché vede che l’Italia sta migliorando e che lei ha perso il potere per almeno cinque anni. Non le resta che fomentare l’odio e il disordine.

L’appello di Fabio Rampelli alla sinistra: fermatevi!

Il metodo è sempre lo stesso: causare incidenti, gonfiare la reazione delle istituzioni sui media e accusare il governo di dittatura. E’ chiaro che il governo non si farà fermare da questi facinorosi in malafede e farà tutto quello che è necessario per combattere i violenti e i sobillatori. Per questo riproponiamo e facciamo nostro l’appello del vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, che gli anni di piombo li ha conosciuti. “Ragazzi di sinistra, gruppettari, collettivi studenteschi, centri sociali, dirigenti di partito, fermatevi! Iniziò tutto così, cercando di impedirci di parlare nelle scuole e negli atenei e finì nel sangue innocente e nel dolore insopprimibile che ancora accompagna quelle generazioni. Fermatevi, prima che sia troppo tardi!”.

Rampelli: Non sanno perdere e fomentano il disordine sociale

Rampelli lo scrive su facebook parlando della morte di Angiolina Mariano Ciavatta, madre di Francesco Ciavatta ucciso nel 1978 nella strage di Acca Larenzia e all’indomani dell’aggressione subita dai ragazzi di Azione Studentesca da parte di una sessantina di giovani dei collettivi studenteschi e universitari a via Sommacampagna. “Cosa volete fare, compagni? Ora che due ragazzi minorenni di Azione studentesca sono finiti in ospedale, che andate in giro scrivendo di sangue, morte, piombo, P38, cosa volete fare? Non sapete perdere? Volete vendicare la sconfitta usando violenza contro vostri coetanei diventando nuovamente servi sciocchi del sistema, nuovi killer di vecchi mandanti?. La stagione del confronto civile – ha concluso Rampelli – l’abbiamo conquistata insieme alle vittime innocenti, di destra e di sinistra, di quella stagione che non deve più tornare. Fermatevi!”.