Raggi a Villa Pamphili fa la figura di Fracchia

Sembrava Giandomenico Fracchia, la sindaca Raggi a Villa Pamphili ieri mattina. Su Facebook proclama di aver rappresentato agli stati generali voluti dal megalomane numero uno, Giuseppe Conte, “tutti coloro che stanno soffrendo in modo particolare”.
Ne siamo commossi, ma nei nove secondi in cui le telecamere di Rocco Casalino hanno consentito di ascoltare le sue parole la sindaca si è limitata a insalivare il premier. Sembrava una delle sue bimbe di Fb: “Ottime intenzioni, ottime idee, sicuramente da sviluppare, che un po’ – possiamo dire – mettono al centro finalmente la persona e l’ambiente”.

La Raggi a Villa Pamphili come “le bimbe di Conte”
Caspiterina. Perbacco. L’aria di Villa Pamphili non fa molto bene alla Raggi se riesce a tirare fuori concetti così profondi. Penserà: ma quella è la sintesi che hanno fatto del mio discorso. E perché non lo ha diffuso lei – “il discorso” – visto che la democrazia di Palazzo Chigi non prevede giornalisti ad ascoltare?
Se le intenzioni e le idee sono quelle di Conte, cara Raggi, stai messa proprio male. E peggio ancora i romani. Hai raccontato – scrivi sul social – una tristezza comune: “Le insegne spente e le porte sbarrate di negozi, bar, ristoranti e di tantissime piccole attività artigianali, i cartelli con la scritta “cedesi attività”. Sono le immagini che tutti noi, sfortunatamente, vediamo per le strade delle nostre città”. E prometti che non vuoi lasciare nessuno solo, per la cinquecentesima volta.
Bene, hai per caso urlato al premier la vergogna dell’umiliazione al sottoprezzo di seicento euro? Sei riuscita a manifestare il disgusto per una cassa integrazione promessa e arrivata ai lavoratori soprattutto quando i datori di lavoro si sono messi le mani in tasca e l’hanno anticipata? Hai raccontato al presidente del Consiglio la vergogna dei prestiti “garantiti” dallo Stato ma negati dalle banche?
Tra Fracchia e Fantozzi al cospetto del premier
No, non c’è nulla di tutto questo nella tua testimonianza fantozziana al cospetto del re-premier. Perché non si sa mai che cosa possa succedere di qui a primavera e a te interessa, signora sindaca in scadenza, solo la ricandidatura. E non sta bene fare arrabbiare Giuseppe Conte.
Ecco, la conferma che gli Stati Generali di Villa Pamphili non servono proprio a nulla ce l’ha data pure la Raggi, con la sua presenza vuota in quel contesto. Il sindaco di Roma ha autorevolezza di per sé, per il ruolo oltre la persona che lo riveste. Ma Virginia Raggi ha perso anche questa occasione.
Del resto, decine di migliaia di persone aspettano ancora quei buoni alimentari promessi e abbandonati chissà dove. Che cosa vuoi che gliene freghi a chi pensa che la politica siano solo post, video e quattro rotatorie in giro per la città?
Per fare figure del genere non serviva andare a dire “ottime idee” ad un premier che non ne ha. Avrebbe fatto molto meglio, la sindaca a impiegare il suo tempo a cercare che fine hanno fatto i buoni alimentari che mancano. Magari andando a recuperarli in qualche campo Rom.