Raggi e le ciclabili impossibili. La storia continua….

Continua l’odissea delle piste ciclabili a Roma. Due anni fa, la sindaca Raggi aveva annunciato un piano straordinario per favorire la mobilità dolce. Con uno stanziamento importante, grazie anche ai fondi governativi. Quasi quattro miliardi, per realizzare tra le altre infrastrutture anche 150 chilometri di corsie dedicate alle biciclette. Ma numeri alla mano, i chilometri ultimati ad oggi non superano i trenta. Certo, fare cose nuove a Roma non è facile. E con il traffico caotico e la manutenzione stradale carente, si possono trovare molti ostacoli. Ma le critiche contro le nuove piste (poche) progettate e realizzate dalla giunta capitolina, sono soprattutto dirette alle zone prescelte. E alle discipline di traffico, che spesso non sono state studiate a dovere.

Così ad arrabbiarsi sono stati i residenti di via La Spezia, in zona San Giovanni. Ma anche i commercianti della Tuscolana, e i balneari di Ostia. Perché molte piste ciclabili corrono direttamente sui marciapiedi, tra le buche e di dossi delle radici degli alberi. Mentre altre hanno tolto posti auto, o piazzole per parcheggiare i furgoni davanti ai mercati. E sul litorale, sarebbe diventato più difficile l’accesso alla spiaggia. Insomma, che le biciclette in città possano dare una grossa mano, sono d’accordo tutti. Ma che a Roma qualcosa sia andato storto, è ugualmente innegabile.

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Le ciclabili impossibili. Dai cassonetti in mezzo alla strada a Gregorio VII al traffico impazzito a via La Spezia

Sono tante le proteste dei cittadini contro il modo in cui sono stati realizzati i 30 chilometri di ciclabili messi in campo dalla giunta Raggi. Un quinto di quanto promesso, ma sufficiente ad innescare un mare di polemiche. Cominciamo con via La Spezia, quartiere San Giovanni. Dove non si circola più, perché la nuova disciplina di traffico costringe i residenti a un giro assurdo per rientrare a casa. Tanto che la stessa sindaca si era recata sul posto. Promettendo che quel progetto sarebbe stato rivisto. Invece niente, almeno per ora. Inferociti anche i cittadini e gli operatori commerciali sulla Tuscolana, in questo caso per i tanti parcheggi a raso che sono stati perduti. Ma anche gli abitanti del Torrino, quartiere adiacente al Velodromo dell’Eur. In questo caso, perché l’opera non è stata completamente e realizzata, e finisce nel nulla. Proprio come accade all’inizio di via Nomentana. Qui la pista è lunga e funziona, ma arrivati al Policlinico sparisce improvvisamente. E problemi di accesso al mare e parcheggio sono stati lamentati nel Municipio di Ostia.

La foto simbolo però, rimane quella della nuova viabilità di via Gregorio VII, a due passi dal Vaticano. Con i cassonetti dell’Ama che sono finiti in mezzo alla strada. Insomma, più che una rivoluzione un fallimento. Ma anche una sfida che rimane aperta, per chi dal prossimo autunno avrà l’onere e l’onore di amministrare la Capitale.

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