Raggi manda i rom di Castel Romano in un covid hotel. L’ira della Regione

La ricollocazione di una ventina di nomadi sgomberati ieri dall’area F del campo di Castel Romano sta diventando un caso diplomatico. Con tanto di furibonde accuse tra Roma Capitale  e la Regione Lazio. Infatti per queste persone, delle quali 15 sarebbero bambini, il Campidoglio ha scelto di ricorrere a un ‘covid hotel’. Una struttura sita a Roma ovest, utilizzata per garantire quarantena e isolamento a soggetti positivi. Ma non così gravi da dover ricorrere alle cure in ospedale. Solo che secondo l’assessore alla salute regionale Alessio D’Amato, la Raggi avrebbe fatto tutto da sola. Senza avvertire minimamente via Cristoforo Colombo. E tanto meno la Asl Rm 1, competente per la gestione della struttura. “Un totale abuso da parte del Comune di Roma – ha tuonato D’Amato. Una follia, ora la Raggi rimedi”. Ma da Roma Capitale respingono le accuse al mittente. Si fa così da un anno, in caso di sgomberi – replicano da Palazzo senatorio. I venti ospiti del covid hotel faranno solo la quarantena di dieci giorni in albergo. E poi sarà pronta la soluzione abitativa fornita dal Comune. Ma le precisazioni non hanno placato le polemiche. Sul merito, perché all’interno dei covid hotel ci sono persone positive. E sul metodo,  perché questi alberghi li sta pagando la Regione, 70 euro al giorno per ogni ospite. E così il Comune avrebbe risolto il problema con i soldi ‘degli altri’. Insomma, un grande pasticcio. A cui adesso qualcuno dovrà mettere mano.

Sgombero dell’area F di Castel Romano, si parte. Tra dubbi e polemiche

Da Castel Romano al covid hotel regionale. La Raggi ricolloca 20 nomadi, ma la Regione insorge

E’ assurdo che siano state portate le persone sgomberate da Castel Romano presso una struttura che viene utilizzata per l’emergenza Covid a totale carico del Servizio sanitario regionale. E senza che la Regione e la Asl competente sappiano alcunché. A questo va posto immediato rimedio poiché la struttura è destinata per isolamenti e quarantene Covid e non può essere utilizzata per altre finalità. All’interno ci sono anche persone positive in isolamento”. Così l’assessore regionale alla salute Alessio D’Amato. Inferocito per la scelta della Raggi di collocare una ventina di ex ospiti della baraccopoli sulla Pontina in un covid hotel a Roma ovest. Secondo la Regione, senza dire niente a nessuno. Tra l’incredulità degli altri ospiti e degli operatori, che se li sono visti arrivare nel pomeriggio di eri. Si tratterebbe di 15 bambini e 5 adulti, secondo le fonti ufficiali del Comune. Con il delegato alla sicurezza di Roma Capitale Marco Cardilli che a sua volta è partito a testa bassa contro D’Amato. In una guerra tra istituzioni che rischia di creare ulteriori danni.

La difesa del Campidoglio

“Quella dell’assessore regionale D’Amato è chiaramente una vergognosa strumentalizzazione a fini politici. La procedura è la stessa eseguita dall’inizio dell’emergenza sanitaria. Per tutte quelle persone che in questi mesi hanno avuto necessità di assistenza. Sono stati sempre trasferiti nelle strutture della Regione Lazio per trascorrere il periodo di isolamento. Ora all’assessore D’Amato questo non sta più bene. E dovrebbe spiegarci qual è la differenza tra tutti gli altri assistiti e i rom provenienti da un campo sgomberato. Tra l’altro per la maggior parte bambini”. Così il delegato alla sicurezza della Raggi, ma alla Regione non basta.

“ Le modalità di invio alla struttura devono esser fatte dal Servizio sanitario regionale attraverso la centrale operativa COA che non ha autorizzato”, ha spiegato D’Amato.  “Vi è stato un totale abuso da parte del Comune di Roma nell’inviare queste persone presso questa struttura senza il parere della Asl competente”, conclude l’assessore . Struttura che “deve essere immediatamente liberata e destinata alla sua funzione. Chiedo al Sindaco di rimediare immediatamente a questa grave e incresciosa situazione che si è venuta a creare e che mette a repentaglio la salute delle persone e priva di fatto la città di una struttura per l’emergenza Covid”. E anche la Asl Rm 1 ha inoltrato una diffida a Roma Capitale. Così la ricollocazione dei nomadi sgomberati ieri da Castel Romano è sempre più avvolta da un fitto mistero.

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