Sgombero dell’area F di Castel Romano, si parte. Tra dubbi e polemiche

E’ partito questa mattina lo sgombero di una settantina di nuclei familiari dall’area F del campo nomadi di Castel Romano. Si tratta di un impegno preciso al quale la sindaca Raggi ha dovuto adempiere, visto che la prima cittadina era stata nominata dalla Procura custode giudiziaria del campo. Con una precisa ‘road map’ temporale da rispettare. I problemi però non sono mancati, nonostante le risorse messe in campo dal Comune. Circa 90 mila euro per trovare soluzioni alloggiative in hotel e B&B vuoti, che però non si sono trovati. E un altro milione e mezzo nell’ambito del Piano nomadi, da dedicare al potenziamento dell’assistenza alloggiativa. Anche in questo caso però due lotti su tre del bando sono andati deserti, e il problema di dove alloggiare i rom sgomberati è rimasto drammaticamente sul tappeto. Anche perché l’idea di erogare un contributo per l’affitto è anch’essa fallita. Questa volta per la specifica mancata adesione delle comunità rom. Perchè chi accetta il contributo, perde il posto in graduatoria per avere una casa popolare.

Insomma, un gran caos che ha rallentato le operazioni. Fino alla partenza di questa mattina. Dove una trentina di famiglie avrebbero accettato le destinazioni proposte dal Campidoglio. Che rimangono top secret. Mentre per le altre lo sgombero dovrebbe andare avanti ugualmente. Anche se nessuno sa dove andranno a finire. Magari sotto a qualche ponte, allargando quell’esercito di ‘invisibili’ di cui è piena la città.

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La sindaca Raggi ha twittato soddisfatta per l’avvio delle operazioni di sgombero di alcune decine di famiglie rom da Castel Romano. Sul posto diverse pattuglie della Polizia Roma Capitale, la dirigente dell’ufficio emergenza Rom Sinti e Camminanti Barbara Luciani, personale del comune di Roma servizi e uffici sociali. Che hanno fatto sgomberare la prima area. Quella del settore est dove si erano verificati gli incendi e altre problematiche igienico sanitarie. Una trentina di persone sono state sgomberate, mentre alcune famiglie hanno accettato di aderire al progetto di inclusione sociale del Comune di Roma. E sono state messe in abitazioni popolari dell’amministrazione comunale in vari municipi. Altri rom invece non hanno aderito, ma dovranno lasciare l’area per non tornarci più.

Si tratta però di una piccola parte del campo, che occupa svariati ettari di terreno ai margini della via Pontina. Perchè il grosso degli occupanti vive in roulotte e baracche irregolari, non censite. Che non sono quindi potute essere oggetto del sequestro disposto dalla Magistratura. Così sono arrivate molte critiche, anche sul web. Soprattutto rispetto al fatto che tante famiglie romane sono da anni in graduatoria per una casa popolare. E che che questa volta verrano scavalcate.

Richiesto l’accesso agli atti

Anche Fratelli d’Italia è intervenuta sulla vicenda dello sgombero, con un comunicato congiunto a firma di Rachele Mussolini e Federico Rocca. “Quante persone in situazioni di fragilità e che non hanno occupato abusivamente nessuno spazio hanno avuto il piacere di ricevere una casa popolare da Virginia Raggi? – hanno dichiarato i due rappresentanti del partito di Giorgia Meloni. Faremo un accesso agli atti per chiedere se queste persone avevano titolo a ricevere prioritariamente una casa popolare. O se invece hanno scavalcato le graduatorie. Se così fosse qualcuno ne dovrà rispondere all’autorità giudiziaria”.

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