Raggi, settimana ad alta tensione. Pronta la sfiducia al vice sindaco Calabrese

Inizia una settimana davvero complicata per Virginia Raggi. Perché la prima cittadina dovrà  difendersi da ben due mozioni di sfiducia. Presentate da Fratelli d’Italia e da Pd, per chiedere il ritiro delle deleghe al vice sindaco e assessore alla mobilità Pietro Calabrese. Motivo del contendere, i varchi di accesso alle ZTL Centro storico, Trastevere e San Lorenzo. Che la stessa Raggi aveva disattivato, da metà marzo fino a Pasqua. E che da 7 aprile sono di nuovo in funzione. Tra la rabbia e le proteste dei commercianti, che avrebbero gradito una ulteriore proroga. Almeno per tutto il mese, fino a che il Lazio e la Capitale resteranno zona arancione. Così in Aula Giulio Cesare era arrivata una mozione, per chiedere di lasciare tutto aperto. Portata addirittura dal presidente del Consiglio comunale Marcello De Vito. Anche lui del M5S, ma grande nemico interno della sindaca. E su posizioni molto più morbide su commercio e viabilità. Arrivati al voto, il documento è passato, con 21 favorevoli, un astenuto e 19 contrari. Con il si’ di De Vito che si è unito a quelli delle opposizioni. Uno smacco per la Raggi, che però ha tenuto il punto. Facendo finta di niente, e lasciando attive le telecamere ai varchi. Così adesso sono arrivate due altre mozioni. Per chiedere le dimissioni dell’assessore competente Pietro Calabrese. Vedremo che faranno De Vito e i dissidenti grillini, ma certamente i numeri ballano di nuovo. E la maggioranza è sempre più appesa a un filo.

Raggi, dopo la mozione sulla ZTL sempre più concreto il rischio della ‘spallata’

Le opposizioni cercano la spallata alla Raggi

Le due mozioni di sfiducia presentate da Fratelli d’Italia e dal PD in Campidoglio hanno come obiettivo il ritiro delle deleghe all’assessore alla mobilità Pietro Calabrese. Dopo il pasticcio dei varchi elettronici. Lasciati attivi da 7 aprile scorso, nonostante il voto contrario del Consiglio comunale. Ma è chiaro che nel mirino delle opposizioni c’è direttamente la sindaca Raggi. E al voto potrebbe unirsi il presidente dell’Aula Marcello De Vito, che da tempo è in aperto contrasto con la prima cittadina. E che in caso passassero le mozioni, magari per il suo voto decisivo, potrebbe dimostrare ai vertici del M5S che senza di lui a Roma non si governa.

Ancora da capire invece che cosa faranno i dissidenti grillini. Perché il presidente della commissione mobilità Enrico Stefano da mesi capeggia la fronda contro la Raggi. Ma sui varchi chiusi ha le stesse idee della sindaca. Insieme a lui, dovranno decidere anche gli altri ‘frondisti’, Donatella Iorio, Marco Terranova e Angelo Sturni. Mentre altri cinque eletti delle file pentastellate sono già al gruppo misto, o nei banchi delle opposizioni. Si tratta dei fuoriusciti Grancio, Montella, Catini, Ficcardi e Guerrini. Senza di loro, la maggioranza ha esattamente 24 voti. Proprio come chi si oppone. E allora in Aula si ‘balla’, e si è già visto anche per il sofferto salvataggio dell’Ama. Ma adesso, sulle richieste di dimissioni del vice sindaco potrebbe arrivare la spallata decisiva. Perché una Raggi  non più in sella, farebbe comodo a molti. E riaprirebbe clamorosamente tutti i giochi politici per le elezioni del nuovo sindaco di Roma il prossimo autunno.

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