Raggi vuole “sistemare” pure Kiev (dopo Roma): “Niente più armi agli ucraini, tanto Putin prima o poi muore”

“Dopo due anni di guerra, durante i quali l’Ucraina è stata supportata con invio di armi da parte di tutti i Paesi, è evidente che quella strategia non ha portato i benefici auspicati. E poi, come dice il Santo Padre, le armi non sono mai la soluzione, il più delle volte sono la causa”. Lo dice Virginia Raggi alla ‘Stampa’.

“Le armi non hanno risolto il problema, lo hanno aggravato” e “l’Italia dovrebbe farsi promotrice dell’azione diplomatica che da tempo promuove il Vaticano. Temo che altrimenti saremo tutti condannati ad una lunga guerra di posizione con tutti i sacrifici che comporta in termini di vite umane”, spiega la ex sindaca di Roma. Raggi ha preso parte alla fiaccolata per Navalny, dopo che Calenda aveva sollecitato tutti i partiti a intervenire, con i grillini in posizione ondivaga fino all’ultimo momento.

L’ex sindaca di Roma ha trovato anche la soluzione. Non fare nulla e aspettare che Putin invecchi, si stanchi, muoia e al posto suo arrivi un presidente russo pacifista. Sembra incredibile, ma da una che pretendeva di installare le funivie al posto della metropolitana, è il minimo. “Credo che la guerra sia sempre da scongiurare – premette la Raggi – Putin non è eterno. Anche l’Unione Sovietica è crollata apparentemente all’improvviso. E senza che si sparasse un solo colpo di fucile al confine. La morte di Navalny tocca tanti non solo in Occidente. Tanti giovani in Russia non lo accettano. Dal sangue dei martiri spesso nascono le rivoluzioni delle coscienze». Al giornalista che le chiede se Putin è il diretto responsabile della morte di Navalny, la politica grillina ha una risposta da Nobel per la pace. “Sicuramente gli possono essere imputate tutte le responsabilità politiche di questa morte”. L’intervista a La Stampa lascia un dubbio angosciante al lettore. Dopo Di Maio emissario Ue, ci tocchjerà la Raggi segretario generale dell’Onu.