Rampelli: “Non c’è una fronda in FdI. Milani accusato di fatti che non esistono”

“Non c’è nessuna fronda. FdI è un partito stabile e ha una sua dialettica interna…Non esistono in FdI correnti, nessuno le desidera, nessuno le farà…Una sorta di mantra di cui ci siamo dotati e che intendiamo rispettare. A Roma, certo, è ovvio che ci siano dei miei amici”. Spegne ogni polemica Fabio Rampelli, deputato di Fratelli d’Italia e vice presidente della Camera.
Rampelli difende Milani: “In FdI faranno accertamenti”
Nel corso del suo intervento ad Agorà Rai Tre, Rampelli risponde ad alcune domande sul commissariamento della federazione romana con l’esautorazione di Massimo Milani.

“La pace è una costruzione politica complessa, e su questo terreno mi pare che ci sia il vuoto, vuoto occupato dall’escalation militare e dalla sostituzione di parole: invece che di pace, si parla sempre più spesso di vittoria”. @NFratoianni #agorarai #27gennaio pic.twitter.com/FXVFeFxpfq
— Agorà (@agorarai) January 27, 2023
Con Giorgia Meloni “ci siamo parlati, dopodiché ho detto che ci occuperemo della faccenda a campagna elettorale finita perché è giusto adesso che ci si concentri sulla campagna elettorale. Penso che a nessuno interessi della questione in ordine al coordinamento romano di FdI”. In ogni caso a Milani “sono stati addebitati dei fatti che non esistono e quindi quando ci saranno, come accade in tutti i partiti seri, e noi siamo un partito serio, degli accertamenti immagino che questo provvedimento decadrà”.
Il vicepresidente della Camera interviene anche sulla questione Ucraina. Serve “atlantismo ponderato? Le definizioni lasciano il tempo che trovano, noi a maggior ragione – dice Rampelli – nella ricorrenza del giorno della memoria, che evoca la seconda guerra mondiale con le modalità inaccettabili, con cui qualcuno voleva conquistare l’Europa senza incontrare inizialmente resistenza, dobbiamo fare attenzione, dalla capacità di rispondere dell’Europa dipenderanno le relazioni internazionali future”.
Secondo l’esponente di FdI, “non dobbiamo fare guerra a nessuno, ma difendere i diritti di un popolo libero, dobbiamo invece insegnare alla Russia, purtroppo comandata da un dittatore sanguinario come Putin che è benvenuta nella grande famiglia delle democrazie occidentali, ma non può risolvere le controversie come si faceva nella seconda guerra mondiale”, conclude Rampelli.