Regione Lazio nel panico: “Chiudiamo tutto”. Ma viene smentita dal sottosegretario Sileri (video)

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La Regione Lazio è nel panico e minaccia di chiudere tutto di nuovo, ammazzando così l’economia definitivamente. “Oggi registriamo un dato di 17 casi. Di questi 10 sono casi di importazione: 6 casi sono di nazionalità del Bangladesh, un caso dall’Iraq, due dal Pakistan e uno dall’India. Rivolgo un appello all’utilizzo della mascherina o si dovrà richiudere. Non possiamo tornare indietro e disperdere gli sforzi fatti fin qui. Dobbiamo usare la mascherina o rischiamo nuovi casi come in Catalogna”. Lo sottolinea infatti l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato. Ma viene smentito dallo stesso sottosegretario alla Sanità Sileri.

Il sottosegretario Sileri: calma, la regione esagera

Dice Sileri: “Nella mia intervista a Radio1 Rai CentoCittà ho commentato i dati sulla situazione Covid in Italia. Il numero dei decessi ieri era a 3, il più basso da febbraio ma ce ne sono ancora purtroppo. La parte importante, la notizia a cui dovremmo guardare anche nelle prossime settimane, è l’impegno dei nostri ospedali. I posti in terapia intensiva sono stabili, circa 50, e scenderanno, il che significa che la situazione è veramente sotto controllo. Ma per far si che la situazione non torni grave, serve il lavaggio delle mani, indossare la mascherina e la distanza di sicurezza, continuiamo su questa strada. Abbiamo vinto delle battaglie importanti, non vedo perché dovremmo mollare proprio adesso”. Insomma, informazione e non minacce.

Parla l’immunologo Le Foche

“E’ necessaria una maggiore informazione, più chiara e di facile interpretazione, non nuove chiusure”. E’ il parere di Francesco Le Foche, immunologo clinico, responsabile del Day hospital di Immuno-infettivologia del Policlinico Umberto I di Roma, che commenta all’Adnkronos Salute l’allarme lanciato dall’assessore alla Sanità della Regione D’Amato. Preoccupato per l’allentamento del rispetto delle misure di protezione ha minacciato che la regione potrebbe chiudere tutto. “Personalmente non sono in allarme per la situazione del Lazio – spiega l’esperto -. Dobbiamo sicuramente essere attenti, anzi attentissimi, sul territorio che come diciamo da marzo è fondamentale nelle pandemie.

Anche l’immunologo smentisce la Regione Lazio

Rappresenta ciò che c’è di fragile in queste situazioni. Dobbiamo controllare con scrupolo le parti più deboli del territorio. E prevenire i contagi”. Le aree fragili, precisa lo specialista, “sono quelle dove ci sono persone più deboli economicamente, che non possono pagare affitti e vivono in 20 nella stessa stanza, o situazioni in cui ci sono migranti non censiti. Poi, continua Le Foche,ci sono “anche la movida e gli assembramenti notturni, importanti ma minoritari. Non vedo la popolazione, nella sua maggioranza, indisciplinata. Anzi, credo si comporti abbastanza bene. Per cui dubito che ci possa essere un allarme grave. E anche i raggi ultravioletti, presenti in una quantità di ore significative, sono d’aiuto”.

Non c’è una grande emergenza

Insomma, l’immunologo non vede una grande emergenza. “Bisogna parlare con le persone. Avere una comunicazione credibile, empatica. E fare in modo che i cittadini riescano a individuare una leadership politica, oltre che scientifica, in grado di poter gestire la situazione”, conclude Le Foche. E torna a ricordare l’importanza del territorio: “Sia come mondo scientifico che politico dobbiamo essere attenti alla società, alla parte più fragile del territorio, a quella meno abbiente. La prevenzione assoluta va fatta sul territorio”.