Riaprire le scuole l’11 è follia. La lettera dell’ISS Federico Caffè di Roma

Arriva una lettera aperta di protesta per il previsto rientro a scuola di alunni e docenti delle scuole secondarie superiori. Che dovrebbe avvenire il prossimo lunedì 11 gennaio. Con una frequenza ridotta del 50% per evitar eccessivi affollamenti in classe. Le misure da adottare tuttavia non sono chiare, e tra i presidi e i direttori didattici regnano nervosismo e paura. Non sono tantissime infatti le soluzioni sul tavolo, e tutte si basano sostanzialmente sulla divisione degli ingressi e delle uscite in specifiche fasce orarie. Oltre che sulla possibilità teorica di tenere aperti gli istituti anche il sabato mattina. Opzione però che finora e’ rimasta solo sulla carta. Ma i dirigenti responsabili si lamentano anche per altro. Per esempio, sul mancato potenziamento dei mezzi di trasporto. E sul tema delle tante cattedre scoperte, con molti insegnanti precari che hanno declinato la chiamata. Problemi anche per il personale ATA, che non ha chiarezza sui turni che dovrà osservare. Per la pulizia e la igienizzazione delle scuole. Infine, anche gli orari flessibili non convincono tutti.

È impensabile far uscire dalle classi i ragazzi di notte, aveva già tuonato l’associazione dei presidi. Così facendo infatti si renderebbe impossibile lo svolgimento dei compiti da casa, e comunque la didattica ne verrebbe a soffrire. Insomma, sono tante le ragioni per chiedere un po’ di tempo in più per la riapertura dei cancelli delle scuole. E qualcuno lo ha messo nero su bianco in una lettera aperta al premier Conte e alla ministra Azzolina.

Impennata di morti e di contagi. Zingaretti ora deve decidere sulle scuole

La lettera aperta del Federico Caffè si unisce alle proteste dei presidi e dei tanti altri istituiti romani

La lettera aperta del Federico Caffè non è un’episodio isolato. Infatti riaprire le scuole superiori l’11 gennaio con la curva del contagio impazzita sembra sempre più una follia. Tra l’altro sarebbe mancato uno screening accurato sugli alunni e il corpo docenti prima di rimettere i piedi in classe. Almeno finora, e difficilmente la situazione cambierà tra oggi e lunedì. “I sottoscritti docenti dell’I.I.S. Federico Caffè di Roma, unendo le loro voci a quelle dei docenti dei Licei Tasso, Dante, Gullace, Visconti e di altri istituti superiori romani, nonché del Presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, Prof. Antonello Giannelli, e delle organizzazioni sindacali esprimono forti perplessità e dissenso sui tempi e le modalità di riapertura della Scuola decise dal Governo. In quanto non si ravvedono le condizioni indispensabili ad assicurare un ritorno continuativo e in sicurezza e l’efficacia del delicato processo educativo e formativo”. Questo l’incipit della lettera, che punta il dito sulle troppe incertezze sul tappeto, dallo svolgimento in sicurezza della didattica alla tutela della salute dei docenti e degli alunni. E a questo proposito non manca una stoccata anche sui tempi previsti per le vaccinazioni.

“La vaccinazione della comunità scolastica è prevista a partire solo da giugno al termine dell’attività didattica. Nonostante i docenti siano una categoria a rischio per i contatti diretti con gli studenti probabili vettori di contagio e generalmente asintomatici” prosegue la lettera. Che si conclude con una riflessione amara. La fretta nel decidere è figlia anche di un pregiudizio, scrivono i firmatari dell’istituto ISS Caffè di Roma. Che la didattica a distanza sia un modo per gli insegnanti per lavorar meno e peggio. Ma non è così, anche se ovviamente la situazione migliore sarebbe quella di vedersi tuti a scuola. Se però non è ancora possibile, forzare i tempi potrebbe essere un rimedio peggiore del male che di cerca di combattere.

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