Rifiuti, il Piano del Campidoglio non convince nessuno

Non convince nessuno il Piano rifiuti presentato dal sindaco Gualtieri. Perché Legambiente e la sinistra ambientalista, criticano la scelta del termovalorizzatore. E giudicano poco ambizioso l’obiettivo di portare la raccolta differenziata al 65% entro il 2030. Posizione condivisa in sostanza anche dal M5S. Che sul termovalorizzatore di Roma, ha addirittura staccato la spina al governo Draghi. Ma anche il centrodestra è sulle barricate. Lamentando una mancanza di coordinamento con la Regione. E una scarsa chiarezza, su dove dovranno sorgere i nuovi impianti di trattamento dell’immondizia. Insomma, un fuoco incrociato. Mentre i cassonetti rimangono tristemente pieni di rifiuti maleodoranti. In mezzo alla strada, altro ricordo non voluto di questa estate caldissima.

Rifiuti, non ci si crede. Adesso è la sinistra che vuole l’esercito

Legambiente all’attacco contro la politica sui rifiuti del Campidoglio

Le posizioni critiche di quanti ritengono dannosa la costruzione di un termovalorizzatore in grado di trattare 600mila tonnellate di rifiuti l’anno, sono rimaste immutate. E’ il caso di Legambiente Lazio che, con la Cgil, già aveva espresso la propria contrarietà all’operazione. Per Roberto Scacchi, numero uno regionale dell’associazione con il cigno verde, “Questo è un piano per giustificare in qualche modo la necessità di costruire un inceneritore. E bruciare seicentomila tonnellate di rifiuti all’anno, con buona pace del contrasto alle emissioni climalteranti, dell’economia circolare e dell’ambiente”.

Per Legambiente, poi, le percentuali attese di raccolta differenziata (del 65% entro il 2030) “ tra dieci anni, non sarebbero neanche lontanamente vicine a quelle che già oggi vengono raggiunte da due terzi del Lazio. E da tante grandi città italiane virtuose”.

La sinistra si spacca anche in maggioranza

Bocciature a sinistra si registrano anche all’interno della maggioranza. E’ il caso dei due consiglieri di Sinistra civica ecologista Alessandro Luparelli e Michela Cicculli. Che nel ribadire la loro contrarietà ad un termovalorizzatore di grandi dimensioni, si dichiarano convinti che siano altre le strade da seguire: “puntando sul porta a porta” ad esempio. Inoltre, pur apprezzando l’idea di moltiplicare le zone di trasferenza, che Gualtieri vuole portare a cinque, Luparelli e Cicculli sottolineano la necessità di “investimenti per migliorare la logistica e la qualità del lavoro”.

Critiche al piano sono piovute anche da EuropaVerde. Per il capogruppo capitolino Nando Bonessio, in tandem con il consigliere regionale Marco Cacciatore, il termovalorizzatore “è un impianto mastodontico. Che rende impossibile centrare gli obiettivi fissati dall’UE sulla riduzione, sul riciclo, sul recupero materia e sulla raccolta differenziata”.

Le critiche di M5S e del centrodestra

Più dure le critiche che arrivano dalla compagine pentastellata e da quella del centrodestra. “Da quasi un anno, poi, la raccolta differenziata è rimasta allo stesso livello in cui l’abbiamo lasciata noi” hanno obiettato i consiglieri M5s Linda Meleo e Daniele Diaco, riferendosi all’attuale soglia del 45%. “Gualtieri presenta un piano già vecchio, obsoleto, degno al massimo di 15 anni fa. Parla di un inceneritore che non recupera materia ma la brucia, producendo numerosi scarti che andranno a creare una bomba ecologica non indifferente. Anche i due digestori anaerobici previsti dal sindaco – hanno sottolineato Meleo e Diaco – restituiranno biodigestato, che dovrà anch’esso andare in discarica”.

C’è poi il nodo da sciogliere relativo alla sede in cui realizzare il termovalorizzatore. “Dove si farà il Termovalorizzatore? Chi bandirà la gara? E, soprattutto come si pensa di andare avanti fino alla realizzazione dell’impianto?” ha obiettato Francesca Barbato, consigliera capitolina di Fratelli d’Italia. “Sarebbe forse più opportuno valutare invece che un unico intervento di grossa portata un paio di interventi di impiantistica di impatto inferiore. Per non danneggiare irreversibilmente nessun territorio e, soprattutto, valutare accuratamente le soluzioni più innovative e ad impatto zero sulle emissioni atmosferiche”. Così ha commentato la consigliera, aggiungendo che “su un tema così strategico non si governa da soli, anche alla luce delle imminenti elezioni politiche e regionali”.