Rifiuti, niente sospensiva per la discarica ad Albano. Raggi esulta, ma i problemi rimangono

Il TAR del Lazio non ha concesso la sospensiva. Il provvedimento giudiziario d’urgenza che avrebbe potuto imporre uno stop temporaneo al conferimento dei rifiuti provenienti da Roma e da Frosinone nel vecchio impianto di Roncigliano. Che era stato chiuso, dopo essere andato a fuoco nel 2016. Ma che è ancora autorizzato dalla Regione Lazio fino al 2023. Con una capienza residua di circa 230 mila tonnellate. Anche per questo la sindaca Raggi ha recentemente firmato un’ordinanza emergenziale, nella quale ha stabilito che parte dell’immondizia prodotta a Roma venga conferita proprio nello stabilimento della cittadina Castellana. Una scelta fortemente contestata dai cittadini di Albano e dal sindaco Massimiliano Borrelli, fino al recente ricorso al Tribunale amministrativo. Che però almeno per ora, non ha ravvisato quell’urgenza necessaria per intervenire. Rinviando al merito tutta la questione.

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Il TAR, l’emergenza rifiuti di Roma è provata. Il rischio per Albano no

La motivazione della mancata sospensiva da parte del TAR del Lazio non dovrebbe indurre la sindaca Raggi a troppi festeggiamenti. Infatti i giudici amministrativi nel non concedere la sospensiva sono stati chiari riguardo alle motivazioni. L’emergenza a Roma è provata, con i rifiuti in mezzo alla strada. Il fatto che potenzialmente la spazzatura conferita ad Albano possa in qualche modo nuocere al territorio e alla salute dei cittadini è solo un’ipotesi. Dunque, mancherebbe l’urgenza per intervenire, almeno in questa prima fase del giudizio. Amarezza è stata ovviamente espressa dal sindaco di Albano Borrelli, che ha commentato: “rispetto la decisione dei giudici, ma ovviamente non la condivido”. Ma è chiaro che la questione oltre che giudiziaria è anche politica. Perché Roma senza impianti di trattamento, non può andare avanti.  Al di là delle pronunce giudiziarie, che non possono far altro che fotografare la triste realtà della Capitale.

Quelle analisi dell’Arpa

Ultimo aspetto, ma certamente non trascurabile sono le analisi effettuate sui rifiuti conferiti ad Albano dall’Arpa Lazio. L’agenzia regionale deputata ai controlli e ai monitoraggi ambientali. E dai laboratori sarebbero usciti dati poco rassicuranti, specie sul quantitativo di zolfo presente nella spazzatura proveniente dalla Saf di Frosinone. Mentre anche Ama non sarebbe stata completamente a norma. Altra preoccupazione, quella relativa alla presunta non completa stabilizzazione del rifiuto umido urbano. Capace di produrre il temibile percolato, cioè quegli sversamenti di sostanze capaci di inquinare ad esempio le vicine falde acquifere. Insomma, il primo round è andato alla Raggi. Ma la comunità di Albano è intenzionata a continuare la propria battaglia. E sui rifiuti di Roma ancora non si vede luce.

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