Risorse per Roma ‘monopolizza’ le strade dentro il GRA: ‘dote’ da 58 milioni (di mutuo) per l’asfalto, Giunta in Campidoglio

Roma, sullo sfondo un cantiere per l'asfalto, in primo piano il sindaco Gualtieri, la presidente dell'aula Giulio Cesare Svetlana Celli e il capo di Risorse per Roma, Paolo Orneli

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Roma, giovedì 27 novembre l’Assemblea Capitolina, guidata dalla presidente Svetlana Celli, sarà chiamata a votare un passaggio di consegne che potrà cambiare per sempre il futuro dell’asfalto romano. All’ordine del giorno c’è la proposta dell’assessora ai Lavori pubblici della giunta Gualtieri, Ornella Segnalini, di affidare a Risorse per Roma S.p.A. – società interamente partecipata da Roma Capitale e guidata da fine 2024 da Paolo Orneli, ex assessore della giunta regionale Zingaretti bis – la gestione dell’intera rete viaria della Capitale interna al Grande Raccordo Anulare.

Tradotto: dal 2026, al posto degli uffici tecnici capitolini, potrebbe essere una società in house a gestire le strade e la loro manutenzione. Le strade, in sostanza, cambiano “gestore”: dal Campidoglio e i suoi dipartimenti a una municipalizzata controllata dal Comune che gestirà in prima persona cantieri e lavori.

Il sindaco Gualtieri aveva promesso questo cambio di rotta a fine 2024, poco prima che il Campidoglio venisse travolto dall’inchiesta su “mister Asfalto”: l’imprenditore che la Procura di Roma ha accusato, la scorsa primavera, di aver fornito ai Comuni di Roma e Guidonia asfalto scadente, ammalorato e annacquato per circa 100 milioni di euro anche in vista della Ryder Cup 2023 di golf. Il tutto senza che, da quanto risulta finora, nessun dirigente pubblico si accorgesse di nulla.

Quell’inchiesta, ancora in corso, coinvolge una rete di 13 società finite sotto interdittiva, i cui nomi non sono mai stati ancora resi pubblici. Nonostante la portata dello scandalo, i propositi della giunta Gualtieri non sono cambiati: anzi, proprio ora arrivano al voto decisivo in Aula.

Più sicurezza e meno buche? La promessa al cittadino

Dietro le formule burocratiche – “gestione integrata della rete viaria” – si nasconde l’unica vera domanda che interessa a chi ogni giorno prende auto, bus o scooter: l’asfalto sarà finalmente migliore di quello di mister Asfalto? Meno buche, meno “annacquamenti” e ammaloramenti, più sicurezza e tempi certi dei cantieri. E, possibilmente, prezzi onesti per le casse pubbliche. In più, un obiettivo minimo: evitare che gli stessi lavori vengano rifatti due o tre volte sulla stessa strada, come è accaduto troppo spesso in passato.

Una società totalmente partecipata da Roma sarà davvero diversa dagli uffici capitolini? Se l’asfalto si sbriciolerà dopo pochi mesi, chi se ne accorgerà per primo? E soprattutto: chi avrà il dovere di presentare denuncia e bloccare i pagamenti?

La dote da 58 milioni: il maxi-mutuo che alimenta il nuovo modello

A rendere l’operazione ancora più pesante – almeno dal punto di vista politico e finanziario – è la dote iniziale affidata a Risorse per Roma. Oltre 58 milioni di euro di nuovo mutuo, appena acceso, per rifare la grande viabilità romana. La cifra è stata stanziata con una delibera della giunta Gualtieri a fine ottobre.

Un importo monstre che Risorse per Roma potrà gestire in modo diretto, articolato in sette lotti territoriali: dai Municipi centrali alle periferie. I cantieri dovrebbero partire tra il 2026 e il 2027, a ridosso delle prossime elezioni comunali.

Quella che arriva ora in Aula, quindi, non è solo una riforma organizzativa. È la scelta di chi gestirà, in concreto, la pioggia di milioni destinati all’asfalto. Le strade non cambiano soltanto “padrone” amministrativo. Finiscono sul tavolo di una società che si troverà a maneggiare un flusso imponente di risorse pubbliche. Finanziato a debito e destinato a pesare sui conti capitolini per anni.

Risorse per Roma: da ufficio tecnico ad “asso pigliatutto” dei cantieri

Il nome di Risorse per Roma non è nuovo. Nata nel 1995 come struttura tecnico-burocratica di supporto al Comune, negli ultimi mesi è stata progressivamente trasformata dal Campidoglio in una macchina dei cantieri.

Alla società guidata da Paolo Orneli sono già arrivati, senza gara, su impulso della giunta Gualtieri:

gli incarichi per i giardini scolastici dei Municipi IV, VII e IX; il cantiere del nuovo Urban Center di viale Manzoni; il ruolo di stazione appaltante per la riqualificazione di diversi impianti sportivi.

Ora tocca alle strade. Il modello ricorda da vicino quello di Astral, la società regionale diventata negli anni un “collettore” di opere pubbliche nel Lazio: non più un solo settore, ma una costellazione di cantieri – dal verde alle infrastrutture, dalle piste ciclabili ai sottopassi.

Risorse per Roma si candida a fare lo stesso, ma in versione capitolina: un soggetto unico che concentra progettazione, appalti e, sempre più spesso, anche la regia finanziaria degli interventi.

Meno gare, più in house? Tra efficienza promessa e rischio monopolio

La legge consente agli enti locali di affidare servizi “in house” alle proprie società, senza bando pubblico, a patto che siano rispettati alcuni paletti: controllo analogo da parte del socio pubblico, attività prevalentemente svolta per l’ente e convenienza economica rispetto al mercato.

È esattamente questa formula che il Campidoglio vuole usare per le strade. L’obiettivo dichiarato: più rapidità nelle decisioni, meno contenziosi, più controllo sui cantieri dopo gli scandali dell’“asfalto annacquato” e le inchieste su appalti da decine di milioni.

Ma c’è anche l’altra faccia della medaglia. Un unico soggetto che accentra verde, urbanistica, impianti sportivi e, ora, rete viaria rischia di trasformarsi in un monopolista pubblico di fatto, difficilmente contendibile.

Meno gare può voler dire meno rallentamenti e ricorsi, ma anche meno concorrenza e meno possibilità di confronto tra offerte, prezzi e qualità. La scommessa politica della giunta è tutta qui: convincere che l’accentramento porterà efficienza, e non opacità.

Strade, debiti e controlli: cosa resta da capire

Alla fine, la domanda è semplice: Roma avrà strade migliori e più sicure grazie a questa scelta? La risposta non sta nelle slide di presentazione, ma nei cantieri che si apriranno e si chiuderanno nei prossimi anni. Se la nuova Risorse per Roma funzionerà come promesso, i romani vedranno meno voragini, meno rattoppi provvisori, meno corsie dissestate per bus, ambulanze e biciclette.

Ma il conto non è solo sull’asfalto. Al maxi-mutuo da 58 milioni si sommano altri debiti del passato e del presente, mentre il personale comunale viene di fatto esautorato dalla gestione diretta dei lavori e spostato ai margini del processo decisionale.

Il Campidoglio chiede fiducia e chiede ai cittadini, in ogni caso, di pagare il conto: i primi 58 milioni di euro saranno rimborsati in rate pluriennali, e incideranno sui margini di bilancio delle future amministrazioni.

Strade nuove e bilanci in rosso: la partita è appena iniziata. Sarà l’asfalto del 2026 e del 2027 – e la trasparenza con cui sarà posato, appaltato e collaudato – a dire se il cambio di “padrone” sarà davvero un affare per Roma o soltanto l’ennesimo giro di giostra nei palazzi del potere capitolino.