Roma, crollo a Regina Coeli: detenuti evacuati dopo il cedimento del tetto

Una parte del tetto del carcere romano di Regina Coeli è crollata da un’altezza di circa venti metri, seminando paura tra agenti e detenuti nella mattinata di oggi. L’incidente, avvenuto nella cosiddetta “seconda rotonda” dell’istituto penitenziario, non ha provocato feriti ma ha reso inagibile una parte della struttura, costringendo le autorità a evacuare l’area e a predisporre il trasferimento di decine di detenuti.
Crollo a Regina Coeli: la struttura è in parte inagibile
Secondo la prima ricostruzione dei vigili del fuoco, il frammento di tetto precipitato misura circa un metro per un metro. Si è staccato da un’altezza stimata in venti metri, cadendo all’interno di un cortile interno. Solo per un caso fortunato in quel momento non si trovava nessuno nella zona. Le squadre di soccorso sono intervenute immediatamente per mettere in sicurezza l’area e verificare la stabilità delle strutture adiacenti.

Sul posto è arrivato anche il capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP), Stefano Carmine De Michele, per coordinare l’intervento e disporre i provvedimenti urgenti. Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro ha confermato che le travi interne erano danneggiate dall’umidità e ha annunciato l’arrivo di una ditta specializzata per i lavori di messa in sicurezza in somma urgenza.
Un carcere storico sempre più fragile: sovraffollamento e degrado sotto accusa
Il crollo riaccende i riflettori sullo stato di degrado e fatiscenza delle carceri italiane. Secondo i sindacati della polizia penitenziaria, a Regina Coeli dovranno essere trasferiti tra i 250 e i 300 detenuti, un’operazione complessa anche perché altri istituti come Rebibbia soffrono di problemi strutturali simili.
L’Osapp e le principali sigle sindacali denunciano da tempo le condizioni critiche dell’edificio, costruito nel XIX secolo su un ex convento nel cuore di Trastevere. Con una capienza regolamentare di 628 posti, Regina Coeli ospita spesso molti più detenuti del previsto, aggravando la situazione di usura e di mancata manutenzione.
Il crollo, sebbene limitato, rappresenta un campanello d’allarme che non può essere ignorato. La struttura, simbolo storico del sistema penitenziario italiano, necessita di interventi strutturali immediati per garantire la sicurezza di chi vi lavora e di chi vi è recluso.