Roma Eur, la funzionaria che salva una vita e i defibrillatori “fantasma” mai installati

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A volte non serve una medaglia per capire chi merita un riconoscimento: basta guardare i fatti. È successo pochi giorni fa al Municipio IX di Roma, dove una dipendente comunale, l’ufficiale d’anagrafe Roberta Moretti, ha salvato un cittadino colto da arresto cardiaco con un massaggio che gli ha tenuto in vita il cuore fino all’arrivo dell’ambulanza. Un gesto che oggi spinge i 5 Stelle a chiedere ufficialmente per lei un encomio capitolino, ma che allo stesso tempo riaccende la polemica sul Municipio a guida PD, accusato di aver dimenticato — e fatto sparire — i defibrillatori donati durante la Formula E.

L’eroismo di una funzionaria “qualsiasi”

Era il 4 settembre quando, negli uffici anagrafici di via Ignazio Silone, un utente si è accasciato a terra privo di sensi. Il defibrillatore c’era, ma con la batteria scarica: inservibile. A quel punto è stata la prontezza della Moretti a fare la differenza. Con manovre di rianimazione ha mantenuto in vita l’uomo fino al trasporto in codice rosso al Sant’Eugenio. Un intervento da manuale che ora spinge le opposizioni a chiedere un riconoscimento ufficiale.

I 5 Stelle: “Riconoscimento subito”

Il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle, insieme alla lista civica Raggi, ha depositato una mozione per conferire alla Moretti un encomio previsto dal regolamento capitolino. Nella stessa proposta si chiede anche di completare la dotazione dei defibrillatori in uffici, scuole e mercati rionali, e di monitorare costantemente quelli già installati.

La denuncia: “Defibrillatori donati e mai utilizzati”

Ma accanto alla gratitudine, c’è chi punta il dito contro la gestione del municipio guidato da Titti Di Salvo. A farlo è Paolo Lampariello, presidente di “Ripartiamo dall’Eur ETS”, che ricorda come nel 2022, grazie a un progetto legato alla Formula E, fossero stati donati cinque defibrillatori: tre alle forze dell’ordine e due al Municipio IX. Questi ultimi avrebbero dovuto essere installati davanti alle farmacie di viale Europa e via dell’Aeronautica. Peccato che non sia mai accaduto.

«Il protocollo lo firmò proprio l’attuale presidente Di Salvo», denuncia Lapariello. «Ma quei defibrillatori non sono stati mai installati e oggi non sappiamo nemmeno che fine abbiano fatto. La motivazione? Che non potevano essere usati da tutti. Un’assurdità, perché la legge stabilisce esattamente il contrario: i DAE sono automatici e possono essere utilizzati anche da persone senza formazione specifica, in casi di emergenza. Sono strumenti pensati per salvare vite, non per restare chiusi in un cassetto».

Il malcontento all’Eur

La vicenda lascia l’amaro in bocca ai residenti dell’Eur, che si chiedono come sia possibile che dispositivi salva-vita siano stati ignorati o, peggio, lasciati sparire. «Hanno letto solo metà della normativa», incalza Lampariello, «e hanno deciso di non installarli. Ma la verità è che i defibrillatori non sono mai stati messi a disposizione della comunità, e questo è inaccettabile».

Tra encomi e polemiche

Così oggi la storia ha due volti: da una parte la funzionaria coraggiosa che merita di essere premiata, dall’altra un’amministrazione accusata di inerzia e di aver lasciato letteralmente sparire strumenti indispensabili. Ed è difficile non pensare che, se quei defibrillatori fossero stati al loro posto e funzionanti, forse quel cittadino non avrebbe rischiato di morire per un malore in un ufficio pubblico.