Roma, gatto legato sul balcone e fatto saltare dalla finestra: il Tribunale nega il sequestro

Roma, gatto legato sul balcone e fatto saltare dalla finestra: il Tribunale nega il sequestro. L’indignazione pubblica non si è fatta attendere. Organizzazioni per la protezione animale, attivisti e rappresentanti istituzionali hanno espresso profondo sconcerto per la scelta della magistratura. Il caso, reso noto anche attraverso i social e le reti civiche, ha riacceso l’attenzione sul tema dei maltrattamenti agli animali e sull’efficacia delle norme a loro tutela. In molti chiedono che si proceda con una nuova richiesta di sequestro del felino e con un’indagine più approfondita sul comportamento del proprietario.
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LNDC e le richieste di riapertura del caso
In prima linea nella difesa del gatto maltrattato c’è la Lega Nazionale per la Difesa del Cane – LNDC Animal Protection. Insieme alla garante degli Animali Patrizia Prestipino, l’associazione ha formalmente chiesto la riapertura della valutazione cautelare. Le immagini e le testimonianze raccolte nel corso dei sopralluoghi descrivono una situazione che difficilmente può essere liquidata come priva di rilevanza penale. Gli attivisti sottolineano che restituire l’animale a chi lo ha presumibilmente torturato equivale a condannarlo a nuove sofferenze.

Maltrattamenti e giustizia: un cortocircuito ricorrente
Il caso romano è solo l’ultimo di una lunga serie. Maltrattamenti animali troppo spesso finiscono in archiviazione, oppure vengono trattati con eccessiva leggerezza da parte delle autorità giudiziarie. La legge italiana, pur riconoscendo il reato di maltrattamento di animali (art. 544-ter del Codice Penale), lascia ampi margini di interpretazione. Questo genera un cortocircuito che, in casi come quello del gatto di Roma, rischia di vanificare ogni sforzo di protezione.
Il nodo etico e il ruolo delle istituzioni
Al di là degli aspetti giuridici, resta forte la questione etica. L’episodio accende una riflessione sulla responsabilità collettiva verso gli animali e sul ruolo che le istituzioni dovrebbero avere nel tutelarli. Il ritorno del gatto al presunto aguzzino non è solo una ferita per chi si batte quotidianamente per i diritti degli animali, ma un segnale preoccupante sullo stato della sensibilità pubblica. La richiesta unanime è chiara: serve giustizia, ma soprattutto serve umanità.
Prossimi sviluppi
La vicenda, che ha avuto risonanza nazionale, potrebbe presto conoscere nuovi sviluppi. Le organizzazioni coinvolte annunciano battaglia legale e chiedono una nuova valutazione dei fatti. La speranza è che questa volta, insieme al diritto, prevalga anche il buon senso. E che il gatto, simbolo suo malgrado di questa ennesima stortura del sistema, possa finalmente trovare una mano amica.
Date rilevanti:
3 giugno 2024: Intervento della Polizia Locale e primo sequestro del gatto.
6 giugno 2024: Decisione del Tribunale di restituire il gatto al proprietario.
Il Comunicato stampa del consigliere capitolino della Lista Gualtieri
“Rimango sconcertato dalla notizia che il pubblico ministero che ha seguito il caso del sequestro di un gatto, dopo l’intervento della Polizia Locale di Roma Capitale perché il felino era legato su un balcone ed era stato anche strattonato e lanciato in aria, abbia stabilito di restituire l’animale al proprietario. – dichiara il consigliere capitolino della Lista Civica Gualtieri Sindaco e delegato alla Tutela Animale di Città Metropolitana Rocco Ferraro- È evidente che ci troviamo davanti a un provvedimento non approfondito e molto probabilmente frettoloso, sono certo che nessun giudice, né tantomeno un essere umano che abbia una coscienza, possa considerare superfluo e non grave il fatto che una persona leghi un gatto a una corda sul balcone e lo lanci in aria con forza.
Si deve procedere immediatamente al nuovo sequestro del felino e a una denuncia nei confronti del padrone per maltrattamento animale: il gatto non può tornare nelle mani del proprio carnefice e ci auguriamo di assistere a una disamina più approfondita sulla vicenda questa volta.
Ringraziamo la lega LNDC Animal Protection e la garante degli Animali Patrizia Prestipino per il loro impegno nel seguire il caso e per aver chiesto la riapertura della valutazione cautelare.
Questa vicenda è l’ennesima prova che ci fa capire, ancora una volta, che prima di applicare le leggi è necessario applicare il buon senso e guardare anche le nostre coscienze”, conclude Ferraro.