Roma, il Mercato di Valmelaina diventa comunale, 1,3 milioni di mutuo per ‘risarcire’ l’INPS: e i debiti aumentano…

Il Comune di Roma ha ufficializzato l’acquisizione dell’area su cui sorge lo storico Mercato di Valmelaina, in via Giovanni Conti, nella periferia nord della Capitale. L’area era finora di proprietà dell’INPS, ma diventerà ora parte del patrimonio capitolino. Il prezzo dell’operazione? Circa 1,3 milioni di euro, coperti attraverso un mutuo acceso con la Cassa Depositi e Prestiti, come risulta dai documenti comunali appena resi pubblici che alleghiamo in calce a questo articolo.
Il Campidioglio, però, ha già preannunciato un ulteriore investimento (dal tenore ignoto) per la risistemazione vera e propria dell’immobile, ossia per il suo restyling. Visto che questi 1,3 milioni saranno necessari ‘solo’ per chiudere la partita con l’INPS, vecchia proprietaria dell’area.

A tracciare la linea politica dell’operazione l’Assessore al Patrimonio e alle Politiche abitative, Tobia Zevi, e il sindaco, Roberto Gualtieri. Un’operazione che, nei documenti ufficiali, viene definita strategica per la valorizzazione dell’area, dalla giunta Gualtieri. Ma che in realtà si inserisce perfettamente in una logica più ampia: quella del debito come leva amministrativa ordinaria.
Il mercato di Val Melaina come simbolo di un debito crescente di Roma
Al di là della narrazione ufficiale, l’acquisizione del mercato rappresenta l’ennesimo tassello di una strategia finanziaria sempre più rischiosa. La Roma del Giubileo, che promette rinascita e inclusione, continua a funzionare a colpi di mutui.
Secondo i dati più aggiornati, il Comune ha accumulato 276 milioni di euro di debiti storici già certificati e ricontrattati di recente. A questi si sommano almeno altri 70 milioni di nuovi debiti contratti solo negli ultimi sette mesi, quasi tutti approvati con il silenzioso ma efficace avallo della Giunta Gualtieri. Il totale sfiora i 350 milioni. E cresce.
Anche il mutuo per il mercato di Valmelaina, pur piccolo in confronto alle maxi-operazioni in corso, segue questo schema. Non si tratta di un investimento a saldo zero, ma di un ulteriore prestito che graverà per anni sui bilanci comunali. Il risarcimento all’INPS – di fatto, questo è l’esborso – viene spacciato per valorizzazione del territorio. Ma si traduce in un impegno economico a lungo termine, senza certezze sui ritorni.
Opere pubbliche per Roma, ma mutui privati decennali per i romani
La Giunta capitolina sta portando avanti un elenco crescente di opere pubbliche finanziate con lo stesso strumento: l’indebitamento. Tra questi, spiccano progetti come il nuovo ospedale pubblico per animali, il restyling del Bioparco, la creazione di parchi lungo il Tevere, il rifacimento di aiuole in centro e il potenziamento di scuole e strutture sportive. Tutte iniziative presentate come necessarie e virtuose. Ma ogni euro investito è, in realtà, un euro preso a prestito.
La logica è sempre la stessa: investire oggi, pagare domani. Solo che il “domani” ha un costo ben preciso, fatto di interessi, tagli futuri e risorse che mancheranno altrove. Il paradosso è evidente: il Comune chiede ai cittadini spirito di sacrificio, ma continua a firmare cambiali che ipotecano il futuro. Una spirale che rischia di diventare insostenibile.
Gualtieri e il paradosso del doppio ruolo per Roma, sindaco e Commissario per il debito
A guidare questa corsa sul filo del debito c’è il sindaco Roberto Gualtieri, che ricopre anche l’incarico di commissario straordinario per il Piano di rientro del debito di Roma Capitale. In altre parole, la stessa persona che dovrebbe tagliare la spesa pubblica è quella che la aumenta firmando nuovi mutui.
Una contraddizione sistemica che mostra i limiti della gestione attuale. Il commissariamento durerà fino al 2027, proprio l’anno in cui si voterà per il nuovo sindaco. E così, tra inaugurazioni e cantieri, la macchina si muove come se la priorità fosse costruire consenso, più che risanare i conti.
La vera domanda è questa: quanto può durare un modello amministrativo fondato sul debito strutturale? E chi pagherà il conto finale? Per ora, nessuna risposta. Solo nuovi mutui, nuovi impegni e un mercato , quello di Val Melaina, che sorge ora su un’area comunale e non più INPS, ma a caro, carissimo prezzo per i romani.
